Passato il lockdown andranno necessariamente mantenute misure strette e rigorose di distanziamento sociale". Lo ha detto Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità, alla conferenza stampa all'Iss.
Secondo Rezza "c'è un trend alla decrescita nel numero dei casi, quando li presentiamo per data di comparsa dei sintomi. Quelli che leggiamo non sono nuovi contagi, ma nuove notifiche di casi, avvenuti magari 20 giorni fa. I dati per data di comparsa di sintomi danno un trend più chiaro: da tempo diciamo che stiamo assistendo a una diminuzione della trasmissione".
"Ma non vuol dire - ha specificato - che l'epidemia sta per scomparire e raggiungeremo casi 0 entro metà maggio: il virus continuerà a circolare, anche se con meno intensità. Non abbiamo raggiunto nessun picco. C'è stato un lockdown completo che ha abbattuto i contagi, ma la popolazione rimane ampiamente suscettibile e quello che è successo 1-2 mesi fa potrebbe riaccadere". "Non sappiamo bene sulle persone contagiate dal lockdown in poi dove sono avvenuti i contagi, perché e con quali modalità. Ci sono stati focali ospedalieri o nelle Rsa, che sono amplificatori ma anche indicatori dell'epidemia: vuol dire che il virus in quella zona sta circolando.
La gran parte degli altri contagi è insorta dopo il lockdown ed è stata probabilmente di natura interfamiliare". "Probabilmente in una fase 1-2, dovremo mantenere delle misure di distanziamento sociale, ma il virus si spera che circolerà meno rapidamente. In questa fase - ha spiegato - oltre a mantenere le misure di distanziamento sociale sarà importante rafforzare il controllo del territorio: identificazione rapida dei casi e isolamento; rintraccio e isolamento dei contatti; azioni di contenimento. Se la circolazione si riduce, tanto più c'è bisogno di 'zone rosse', azioni di contenimento che possono avere successo nel contenere i focolai. Questa tornerà a essere una delle misure più importanti nella fase senza il lockdown", ha concluso Rezza.
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