Seguiamo l'ordine cronologico di svolgimento dei fatti che stiamo per raccontare. Cominciamo perciò da Dall'Ongaro che ha a che fare con Pappano. Una storia che già altre volte abbiamo raccontato ma che ogni tanto si riaffaccia nella nostra memoria, per nuovi particolari.
Che noi abbiamo scritto e pubblicato presso l'editore Skirà, nel 2007, la prima biografia di Tony Pappano, dal 2003 arrivato a Roma come direttore musicale dell'Accademia di Santa Cecilia, sebbene il suo incarico partirà, ufficialmente dal 2005, è ben noto. Come è noto - anche questo abbiamo raccontato nei giorni scorsi per l'ennesima volta - che dall'Ongaro, allora piccolo 'ras' della musica cosiddetta 'seria' a Radio Tre, non consentì che quella biografia venisse presentata: indirettamente ce lo confermò il direttore di Radio Tre, e direttamente Guido Barbieri a cui avevamo fatto pervenire copia della biografia, temendo, non senza ragione, che dall'Ongaro non gliela avrebbe passato, perché noi di dall'Ongaro abbiamo scritto sempre quel che di lui e della sua gestione, non disinteressata, della musica a Radio Tre pensavamo. Cioè male!
In questi giorni di forzata inattività motoria, spesso ci viene da pensare che dall'Ongaro per colpa di Bruno Cagli, e di qualche suo sodale che ne garantì l'ingresso fra gli Accademici ( anche di questo abbiamo scritto dettagliatamente) è oggi al vertice di Santa Cecilia, illuminata dalla presenza di Tony Pappano, al quale dall'Ongaro si attacca in ogni occasione per tentare di splendere anche lui, almeno di luce riflessa.
Noi non abbiamo mai raccontato a Pappano di quella squallida vicenda, nè pensiamo che Pappano abbia modo di leggere la storia di essa. Ma se un giorno la leggesse e volesse domandarne la spiegazione a dall'Ongaro, noi, anche dopo oltre dieci anni, saremmo curiosi di sapere quale giustificazione porterebbe.
Adesso un altro fatto che vede protagonista sempre dall'Ongaro, ma anche Gianni Letta ed ha a che fare con una denuncia per calunnia che dall'Ongaro ci fece, a seguito di un nostro articolo, uscito su Music@, a nostra firma, nel quale raccontavamo come il piccolo 'ras' di Radio Tre aveva giorno dopo giorno costruito la sua ascesa.
Negli anni trascorsi dalla denuncia ( 2007) alla conclusione del giudizio( 2013) - a nostro favore ( come abbiamo scritto già in questo blog) - dall'Ongaro tentò in vario modo di 'anticipare' la chiusura del giudizio commettendo gravi scorrettezze nei nostri confronti, i cui danni non gli abbiamo mai chiesto, mentre avremmo potuto,
In quegli anni avevamo, per conto della Rai, anche la 'consulenza artistica' del Concerto di Capodanno dalla Fenice di Venezia ( trasmesso da Rai 1, e durante la nostra collaborazione sempre con grande successo).
Un anno, 2011 o 2012, dall'Ongaro chiese all'Ufficio legale della Rai di annullare il nostro contratto di consulenza, essendo in piedi una denuncia - anche se non fatta da noi ma da lui ai nostri danni.
Ritenemmo quello un sopruso ignobile. Chiedemmo un incontro a Gianni Letta ( che avevamo più volte incontrato negli anni e in quei giorni, per l'ennesima volta, a L'Aquila, del dopo terremoto) che ce lo accordò dopo un paio di giorni quando gli accennammo all' 'urgenza della storia. Eravamo in autunno ed il 'Concerto di Capodanno' era vicino. Incontrammo Letta a Palazzo Chigi e gli raccontammo la storia. Il suo commento fu: "è un sopruso, dobbiamo impedirlo. Chi è questo mascalzone?". Gli dicemmo nome e cognome: Michele dall'Ongaro: E Letta: e chi è? Un compositorino, spiegammo, che fa il buono e cattivo tempo a Radio Tre e , aggiungemmo: senza quell'incarico, oggi sarebbe un perfetto sconosciuto, uno dei tanti che scrivono musica". Letta, indignato - ci sembrò sincero - fece immediatamente chiamare Masi, allora direttore generale della Rai, il quale ci fissò un appuntamento che poi ebbe luogo solo telefonicamente. Comunque il 'sopruso' di quel 'mascalzone' - parole di Gianni Letta - fu sventato, ma non per merito di Letta che anche allora con noi finse evidentemente di interessarsi, ma poi - potremmo addurre tanti esempi - bada solo a ciò che gli interessa veramente, ed anche Masi si defilò. Lo stesso Masi, che prima di lasciare la Rai, trovò lavoro fisso alla sua 'ragazza', per meriti della medesima, in Rai.
Del resto, Letta in special modo, non potrebbe fare altrimenti, visto che ha le mani in pasta dappertutto - come insegna il seguitissimo 'Antico Gioco del Letta' pubblicato in questo blog - e per questo deve già interessarsi a molte persone e situazioni, oltre che difendere gli interessi dei suoi famigliari, titolari di un noto servizio di catering, al quale negli anni anche Santa Cecilia e l'Auditorium hanno fatto ricorso. Da quella storia abbiamo tratto la convinzione che quando si dice di qualcuno che è il 'Gianni Letta della situazione' quell'epiteto almeno alle nostre orecchie non ha il senso di una 'medaglia al valore'. Tutt'altro.
Ma la cosa che qui ci preme ricordare è che proprio quel Gianni Letta, è oggi vice presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, retta al quel dall' Ongaro che allora Letta, convenendo con noi, aveva definito MASCALZONE.
E' chiaro che, come nel precedente caso: dall'Ongaro-Pappano, anche in questo: dall'Ongaro-Letta, i nostri magnifici quattro non hanno mai fatto parola fra loro.
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