L'Europa detta le regole per le app che dovrebbero tracciare la diffusione del nuovo coronavirus e facilitare la fine progressiva delle misure di confinamento. Almeno sulla carta si tratta di regole stringenti. Prima di tutto, l'uso del Bluetooth, tecnologia di comunicazione di prossimità il cui raggio d'azione non supera la decina di metri. Una soluzione che dovrebbe garantire - si legge nei principi cardine illustrati oggi dalla Commissione europea - una stima "accurata" della vicinanza tra dispositivi, evitando così la geolocalizzazione. Qui c'è un no chiaro. Del resto le regole europee sono state stilate in collaborazione con i governi dell'Unione.
Un altro aspetto è il carattere di volontarietà: nessuno, all'interno dell'Unione, può obbligare i cittadini a utilizzare questa app per tracciare la diffusione del virus e, auspicabilmente, evitare nuovi contagi. "L'installazione delle app deve essere volontaria", afferma Bruxelles, ribadendo che i dati "devono essere trasmessi in forma anonima e aggregata". E qui si ribadisce che a chi installa l'app deve essere garantito l'anonimato. Tra i requisiti chiave, si legge ancora, deve esserci l'interoperabilità delle app tra i vari Stati membri in modo che i cittadini siano protetti anche quando attraversano le frontiere.
"I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune" con "soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali e riconoscono l'interoperabilità tra le app" in vista della "riapertura delle frontiere interne Ue", scrive Bruxelles nel suo documento. Le app, spiega la Commissione Ue, dovrebbero "stimare con sufficiente precisione" (circa 1 metro) "la vicinanza" tra le persone per rendere efficace l'avvertimento dell'aumentato rischio se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid 19. Per questo, possono essere utilizzati "il Bluetooth o altre tecniche efficaci", evitando la geolocalizzazione. "I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio" sottolinea Bruxelles, precisando che l'obiettivo delle app "non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole". Tracciare i movimenti di un individuo, si legge ancora nel documento, "violerebbe il principio per minimizzare la raccolta dei dati e creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy".
Tra le soluzioni per garantire l'anonimato è previsto che le app utilizzino un "ID anonimo e temporaneo" che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze" e di registrare e archiviare i dati crittografati dei reciproci ID. I governi devono poi assicurarsi che le app presentino l'indicazione dello Stato membro in cui sono registrate, seguire protocolli di interoperabilità e garantire che i cittadini che si spostano da un Paese all'altro beneficino ovunque di app certificate. E ancora: dovranno essere smantellate dai vari governi quando non saranno più necessarie.
Per il tracciamento dei contatti, l'Ue insiste sull'utilizzo di dati anonimi: le app possono avvertire l'utente se si è trovato per un certo periodo a prossimità di una persona infettata dal Covid 19 affinché si faccia testare o si isoli, ma senza rivelare l'identità della persona infettata. "Gli strumenti digitali giocheranno un ruolo cruciale per proteggere i nostri cittadini quando toglieremo progressivamente le misure di confinamento", ha detto la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides. "Dobbiamo innovare e utilizzare al meglio la tecnologia per lottare contro la pandemia, ma non transigeremo sui nostri valori e le nostre esigenze sulla protezione della vita privata", ha aggiunto il commissario al Mercato Interno, Thierry Breton. Quest'ultimo ha poi parlato dell'app che stanno sviluppando Google ed Apple e che sarà al vaglio della commissione Ue nelle prossime settimane: un software che, ha detto Breton, deve "rispettare pienamente i valori e la norme Ue sulla privacy". "Ho avuto uno scambio positivo e costruttivo con Sundar Pichai su questa importante questione", ha poi aggiunto, sottolineando la necessità di una "piena e rigorosa conformità dell'interoperabilità e della sicurezza dell'app di tracciamento" agli standard europei.
Approva le linee guida della Ue il Garante italiano per la Privacy Antonello Soro: "I principi indicati dalla Commissione Europea sono perfettamente in linea con le indicazioni contenute nel parere - di cui è stato relatore il Garante italiano - reso dall'Edp, il Comitato che riunisce le Autorità garanti europee, due giorni fa alla stessa Commissione. La Commissione, in particolare, indica come preferibili app basate sulla volontaria adesione del singolo e su sistemi di prossimità, come il bluetooth, in quanto maggiormente selettivi e, dunque, di minore impatto sulla privacy ".
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