In
ufficio si potrà entrare anche alle ore 11. In fabbrica magari di
pomeriggio. E nei negozi, come nelle aziende, diventerà familiare la
presenza degli uomini della Guardia di Finanza al pari degli
ispettori del Lavoro.
Sarà
un’Italia diversa, molto diversa, quella fondata sulla necessità
di evitare il contagio da coronavirus. La task force di esperti
guidata dal manager Vittorio Colao sta infatti mettendo nero su
bianco le nuove regole della convivenza con il Covid-19, che entro
venerdì prossimo dovrebbero finire sul tavolo del premier Conte ed
essere discusse con i ministri.
STOP
ORA DI PUNTA. Niente
più studenti tutti alle 8 del mattino sui banchi di scuola e neppure
impiegati a timbrare il cartellino entro le fatidiche ore 8.30. Città
per città, i sindaci decideranno in quali fasce orarie si andrà a
lavorare negli uffici pubblici e privati.
SMART
E CONTRATTI. Incentivi
previsti per lo smart working, sia per le aziende che per i
dipendenti. Da regolamentare, nei contratti, il cosiddetto “diritto
alla disconnessione” da parte dei dipendenti. Le fabbriche
allungheranno il ciclo produttivo anche sulle 24 ore, visto che non
tutti potranno essere presenti in contemporanea alle catene di
montaggio.
TUTTI
A 1,5 METRI. Distanziamento,
mascherine e guanti saranno un karma. Si pensa anche ad una riduzione
dell’orario quotidiano di lavoro in una più timida fase iniziale
di ripresa. La distanza minima tra le persone sarà di 1 metro, ma
verrà consigliata quella di 1,5 metri. Guardia di Finanza e
Ispettori del Lavoro controlleranno le attività non in regola, da
sanzionare con la chiusura. Nei negozi si starà solo il tempo
necessario per fare acquisti, fuori la fila per gli accessi
distanziati oppure si riceverà per appuntamento.
BUS
COME TAXI. Prevedere
ingressi e uscite “scaglionate” consentirebbe infatti di
alleggerire la pressione sui trasporti. La Commissione Colao darà
indicazioni molto drastiche: sui bus tutti seduti e nessun
viaggiatore vicino all’altro, si entrerà solo se qualcuno scende.
Treni con posti a sedere solo prenotati e almeno alternati, metro con
postazioni disegnate per terra per chi viaggia in piedi.
DILLO
AL PREFETTO. Una
circolare firmata ieri dal Viminale (che già introduce molte norme
per negozi, aziende e supermercati), contiene una novità che si
applica da subito, senza attendere il prossimo 3 maggio. Ovvero,
l’obbligo di preventiva comunicazione al Prefetto (anche per le
attività sospese) per «l’accesso ai locali aziendali di personale
dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di
vigilanza, manutenzione, gestione dei pagamenti, pulizia e
sanificazione, spedizione di merci giacenti in magazzino e ricezione
di beni e forniture».
EUROPA. Ursula
von der Leyen, commissaria Ue, ha indicato la road map verso la
ripresa. La libera circolazione delle persone stabilita con il
trattato di Schengen sarà «sospesa a lungo». Lo choc economico
provocato da contagi e lockdown «è gigantesco, il bilancio Ue
risponderà con investimenti non per migliaia di miliardi ma per
trilioni». Gli assembramenti verranno «consentiti gradualmente»,
si pranzerà a orari diversi. La scuola e la sanità saranno tra le
«priorità degli interventi», come la ricerca «di un vaccino» e
la produzione europea di mascherine «per non dipendere più dagli
altri Stati».
APP
ANTI COTAGIO. Applicazioni
mobili che avvisino i cittadini di un maggior rischio dovuto al
contatto con una persona risultata positiva al Covid-19 «sono
particolarmente importanti nella fase della rimozione delle misure di
contenimento, quando il rischio di infezione cresce, a mano a mano
che sempre più persone entrano in contatto». Le indicazioni date
ieri dagli esperti interpellati da Charles Michel (Consiglio europeo)
tracciano la strada che i cittadini dovranno percorrere per vivere
senza troppi condizionamenti: una App preferibilmente “paneuropea”
da installare sui telefonini, che funzioni (grazie al bluetooth)
quando si “incrocia” un soggetto Covid, che protegga i dati
sensibili di tutti (specie dei soggetti Covid), che allerti le
istituzioni sanitarie competenti e che poi - finita l’emergenza -
distrugga le informazioni raccolte.
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