martedì 28 aprile 2020

Coronavirus. Un nemico mascherato. Impegnamoci per conoscerlo e stanrlo. Nel frattempo teniamoci alla larga da lui.

Dedico, questi giorni, più tempo alla lettura dei soliti giornali, ma resto ogni giorno più stupito dall'assenza di idee sulla fase transitoria - che avrà una certa durata, inutile negarlo - che ci condurrà alla vaccinazione e dunque a gridare  allo scampato pericolo.

Chi rimprovera al governo - al quale vi sono certo colpe da attribuire, come quelle di non essere sempre chiaro e determinato; o quella di parlare di manovre di decine e decine di miliardi, senza riuscire a far arrivare nelle tasche dei bisognosi in tempi ragionevoli e prima comunque della catastrofe anche economica, un Euro - di essere  troppo cauto nell'allentare la morsa dei divieti,  e di fidarsi ciecamente delle indicazioni dei medici, i quali si muovono come ciechi di fronte ad un virus che ancora non conoscono bene; mentre, dovrebbe tapparsi le orecchi per non ascoltarli, e riaprire il prima possibile scuole, centri commerciali, chiese, parchi ecc... 

 Perfino la Chiesa, Francesco in primis, ha avuto coscienza del pericolo legato al 'liberi tutti', quando ha mostrato al mondo prima una Piazza san Pietro desolata e poi la celebrazione della festività somma della liturgia cattolica, la Pasqua, a porte chiuse. Il Papa, i concelebranti, una decina di cantori, e qualche fedele: in San Pietro per la Messa pasquale neanche una cinquantina di persone.

E chi oggi  non è ancora convinto che  di fronte ad una pandemia minacciosa neppure i miracoli possono far nulla, farebbe bene a leggersi ciò che Manzoni scriveva a proposito della peste, quando la Chiesa milanese non potendo più resistere ai fedeli che invocavano l'intervento del cielo e chiedevano per intercederlo, una solenne processione per le strade Milano, dovettero constatare, a posteriori, che fu anche la processione, con l'assembramento inevitabile per le strade, a far aumentare i contagi.

Consigliare alla Chiesa di tornare lentamente,  ma ancora osservando tutte le precauzioni, alla situazione di culto pre pandemia, non è mancanza di rispetto verso la religiosità del popolo e attentato alla libertà di culto, ma attenzione alla salute: prima vivere e poi credere. Si potrebbe aggiungere che a chiedere l'esercizio del culto in tutta libertà è uno stuolo di peccatori seriali, fedifraghi ecc... ecc...(Travaglio, sul Fatto ne ha fatto un lungo elenco di questi credenti 'per interesse') il che la dice lunga.

Se dovesse riprendere a correre il contagio, per il Paese  si metterebbe davvero male, e il giorno per uscire dall'emergenza si allontanerebbe forse all'infinito.

Qualcuno pensa che tutta l'Italia dovrebbe comunque essere aperta in una sola mandata, senza distinzioni da regione a regione. Ma questo è un altro atteggiamento suicida che non tiene conto che proprio nelle fila di coloro che oggi vogliono riaprire tutto e subito ci sono quelli che, per non essere stati all'altezza del loro compito, hanno  fatto strage di cittadini. Pensiamo innanzitutto alla Lombardia, al Piemonte, al Veneto (che per fortuna adottando severe misure si è liberato prima). Se avessero bene amministrato il contenimento della pandemia forse oggi non avremmo il disastro che abbiamo proprio in quelle regioni, mentre nel resto d'Italia, per fortuna, ciò non è avvenuto. Se vogliamo stare ai fatti,  la quasi totalità dell'Italia dovrebbe imputare al governatori della Lombardia se ancora oggi occorre procedere con  tanta cautela.

Che resta a tutt'oggi l'unica strada efficace per contenere il contagio. Altre non ve ne sono. E i miracoli del cielo non esistono. Accontentiamoci dei miracoli di questa terra, uno dei quali, quello di quanti in questi mesi hanno combattuto l'insidioso nemico con eroismo e dedizione, si è verificato sotto i nostri occhi. 

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