venerdì 17 aprile 2020

L'EMIRO del QUATAR, amico dell'Italia martoriata dal Coronavirus, dona un ospedale completo di tutto, che si sta mondanto a Schiavonia, Padova ( da ITALIA OGGI). In Basilicata hanno rifiutato un secondo ospedale. Impossibile sconfiggere la stupidità

Non c'è stato il clamore degli aiuti (di personale e di materiale sanitario) arrivati da Cina, Russia e Cuba. Nessuna bandiera e nessuna telecamera.
Ma lui, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha staccato l'assegno più consistente firmato da un privato in segno di solidarietà al nostro Paese piegato dall'epidemia.
E uno dopo l'altro sono atterrati all'aeroporto militare di Villafranca (Verona) cinque maxi aerei cargo con tutto l'occorrente (29 tonnellate) per allestire un ospedale al top del comfort e della tecnologia, basti pensare che si tratta di una struttura che si può muovere, cioè può essere trasportata dove c'è bisogno e quindi essere pronta in poche ore laddove succeda una calamità. Il sesto aereo ha trasportato 23 tecnici che aiuteranno a rimettere insieme il puzzle dell'ospedale e ad avviarne il funzionamento...


Ora ha voluto dare un segno di vicinanza all'Italia e l'assessore alla Protezione civile del Veneto, Gianpaolo Bottacin, commenta: «La realizzazione che sta prendendo avvio segna un momento che entrerà nella storia della Protezione civile e della sanità Veneta. 

Una volta finita l'emergenza coronavirus questo ospedale diverrà un patrimonio fisso da inviare ovunque ve ne sarà bisogno.
La struttura resterà operativa a Schiavonia (Padova) per il tempo necessario, poi verrà smontata e collocata in una diversa area per essere pronta per ogni evenienza.

Il montaggio, che vede all'opera la Protezione civile del Veneto, l'Aeronautica militare e gli ingegneri qatarioti inviati per collaborare e dare il loro prezioso contributo d'esperienza è complesso, e il cronoprogramma prevede la conclusione dell'allestimento ai primi di maggio.

Già siamo partiti con la tracciatura delle aree, la squadratura del campo, e il posizionamento delle piastre. Subito dopo sarà la volta dell'inizio dell'installazione della tendostruttura e, via via fino ai primi di maggio, di tutte le diverse dotazioni dell'ospedale che sono ti tecnologia di ultima generazione. Giorno dopo giorno questo piccolo miracolo di generosità e tecnologia, diventerà realtà».

Bottacin è il braccio operativo del governatore Luca Zaia. È lui che sta gestendo l'emergenza ed è riuscito a limitare, in Veneto, i danni del Covid19 (i pazienti in terapia intensiva superano di poco i 250, i tamponi finora eseguiti sono circa 250mila) dopo che proprio qui si era verificato il primo decesso e sembrava stesse scoppiando il bubbone del contagio.

La sua ultima iniziativa è l'approntamento di un indirizzo web (covid.chiarimenti@regione.veneto.it) al quale si può rivolgere chi necessita di chiarimenti su obblighi, restrizioni, ordinanze regionali. La risposta è assicurata in tempo reale. «Nella bufera» dice «abbiamo avuto l'apporto fondamentale del personale in prima linea negli ospedali e, dietro le quinte, le generosità e la forza del volontariato di Protezione civile. Non è un caso che il Qatar abbia scelto la nostra regione e donato l'ospedale, riconoscendo la qualità del lavoro. Adesso però dobbiamo tenere duro sennò la curva torna a crescere»

L'ospedale made in Qatar è grande quasi come un campo da calcio, occuperà una superficie di oltre 5.500 metri quadri e ospiterà da 400 a 500 posti letto. Sarà suddiviso in 4 moduli attrezzati e forniti di ogni dotazione (dai letti, ai cablaggi, alla climatizzazione), anche queste interamente donate dall'emiro.

Dice Zaia: «Si tratta di un presidio top come nessuno oggi ha, per cui non possiamo che ringraziare l'emiro ed essere orgogliosi del fatto che la scelta sia caduta sul Veneto. Un presidio come questo non ce l'ha nessuno, noi abbiamo ora un piccolo tesoro, una struttura di 5500 metri quadri in cui praticare sanità vera, da potere usare non solo nel caso di pandemie ma anche di possibili catastrofi ambientali. Poi è ovvio che l'augurio è che non vi siano nuove emergenze e quindi rimanga funzionante ma a riposo. Però se dovesse servire siamo pronti in futuro a metterlo a disposizione anche di altre realtà che dovessero averne bisogno».

Il bello è che l'emiro voleva donare un altro ospedale (di minori dimensioni) alla Basilicata, che avrebbe dovuto essere collocato a Policoro (Matera). Ma è insorto un comitato: «Perché proprio qui? Non siamo mica un lazzaretto». Ovvio che in Qatar non l'abbiano presa bene. A volte si fa fatica anche a donare.
Twitter: @cavalent

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