I Ministri Franceschini e Catalfo hanno dichiarato che saranno tutelati tutti i lavoratori dello spettacolo. La Fondazione Centro Studi Doc chiede di garantire una continuità di reddito ai lavoratori intermittenti dello spettacolo. Per farlo, basta rendere possibile l’applicazione degli ammortizzatori sociali attualmente esistenti per i lavoratori dipendenti (FIS o CIGD).
Nell’audizione martedì 14 aprile, in Parlamento del Ministro del MiBACT, Dario Franceschini ha confermato, elencando le misure già contenute nei decreti precedenti, «l’estensione degli ammortizzatori sociali a gran parte della platea anche dei lavoratori intermittenti dello spettacolo attraverso quella misura dei 600€». Il Ministro conferma così la possibilità anche per i lavoratori intermittenti dello spettacolo di fare richiesta dei 600€ per il mese di marzo.
Debora Serracchiani (Pd) ha rivolto un’interrogazione al Ministero del Lavoro per ottenere chiarimenti circa la situazione dei lavoratori dello spettacolo con contratto intermittente. Il 15 aprile il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Gianluca Castaldi, ha risposto in commissione Lavoro della Camera. Il Ministero del Lavoro, insieme al Ministero dei beni culturali, interpellato a riguardo: «favorirà nel primo decreto legge utile, l’inserimento di misure di sostegno economico volte a tutelare l’intera platea dei lavoratori del settore dello spettacolo, a prescindere dalla tipologia di contratto di lavoro in essere, trattandosi di uno dei settori maggiormente colpiti dalla chiusura generalizzata delle attività».
A seguito di questa apertura, la Fondazione Centro Studi Doc raccoglie l’invito che il Ministro Franceschini ha fatto di avanzare proposte. Seguono proposte per garantire una continuità di reddito ai lavoratori intermittenti dello spettacolo utilizzando gli ammortizzatori sociali già esistenti per chi paga regolarmente contributi e tasse.
La Fondazione Centro Studi Doc è consapevole che l’erogazione dei 600€ una tantum è una misura provvisoria e legata all’urgenza di dare una risposta a lavoratori che non avevano certezza di avere accesso a un’integrazione di reddito.
Considerando gli ammortizzatori al momento esistenti, riteniamo che i lavoratori intermittenti dello spettacolo che hanno sempre pagato il FIS:
- debbano avere accesso al FIS o alla CIGD in corso di rapporto;
- in alternativa, per coloroche non accedono o hanno esaurito il periodo di integrazione salariale, ottenere l’indennità di disoccupazione NASPI anche quando i lavoratori non sono in chiamata.
Per quanto riguarda la CIGD, essa è già stata riconosciuta per i lavoratori intermittenti da tutte le Regioni, a cui è stato dato il compito di deliberare in merito (DL 18/2002 art. 22), ma l’INPS ha appesantito il processo di richiesta con un vincolo ormai sorpassato e che va eliminato, si tratta del riferimento alla circolare 41/2006 contenuto della circolare 47/2002.
La Fondazione Centro Studi Doc fa questo appello a nome sia di tecnici che artisti, del mondo tanto del teatro quanto della musica. Lavoratori che non godono di notorietà e che hanno proventi discontinui proprio a causa della incostanza, stagionalità e intermittenza del proprio mestiere, ma che sono professionisti che vivono di questo lavoro. Sono professionisti che, in un mondo dove il lavoro sommerso si aggira tra attorno ai 4 miliardi di euro solo nel settore della musica live, hanno scelto di pagare tasse e contributi e che svolgono appieno il loro ruolo di cittadini e quindi come tali meritano di essere trattati.
Se non si garantirà un sostegno congruo e continuo ai lavoratori dello spettacolo, il timore diffuso nel settore è che non appena si potrà ricominciare a lavorare regolarmente si osservi una generale propensione di ritorno al sommerso nonché una drammatica dispersione professionale, con l’abbandono del mestiere da parte di numerosi professionisti del settore.
Per queste ragioni, per il decreto di aprile in primis e per quelli successivi, considerando che il settore sarà l’ultimo a ripartire, la Fondazione Centro Studi Doc ritiene necessario avere uno sguardo che garantisca una sufficiente tutela della professionalità per i lavoratori per i mesi a venire.
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