Era novembre del 2015 quando Eleonora Abbagnato accettò la proposta di Fuortes di assumere la direzione del Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, un lavoro da direttrice che Lei non aveva mai svolto prima.
Allora scrivemmo su questo blog che faceva un passo falso, che altri suoi colleghi famosi, quanto e forse più di lei, avevano accuratamente evitato, perchè - scrivevamo - un nuovo mestiere non si improvvisa, nè si può intraprendere per cedere alle lusinghe di chicchessia, o per assicurarsi un futuro, quando danzare diventerà un problema.
La nostra posizione netta era frutto , in quei mesi, anche di altre iniziativa che il duo di inesperti Fuortes-Marino,allora in Campidoglio, facevano filtrare da Piazza Beniamino Gigli; ad esempio della volontà di nominare un nuovo direttore (direttrice meglio) musicale, o meno impegnativo: stabile, dell'orchestra. Si faceva il nome di una giovane aitante direttrice ai primi successi che avrebbe dovuto, nel progetto della strana coppia di inesperti reggitori, ridare lustro e luccichio all'Opera di Roma, privata ormai della luce riflessa di Riccardo Muti.
Sono passati cinque anni da allora. E curiosamente il post che allora scrivemmo notiamo che viene quasi regolarmente, a più riprese, riletto da molti lettori, fra i quali ora mettiamo noi stessi.
In queste settimane la direttrice del Corpo di ballo dell'Opera è a Ibiza, con tutta la sua numerosa famiglia - marito ex calciatore e figli della coppia e del marito ma del matrimonio precedente. Vi si era recata per passarci qualche giorno di vacanza, quando è stata raggiunta dal divieto di muoversi, causa Coronavirus, e perciò è restata. Senza rinunciare nè Lei, nè le sue ballerine, a tenersi in stretto contatto, ad esercitarsi, aiutati dai potenti mezzi della moderne tecnologie.
In quel post scrivemmo allora che saremmo stati pronti a fare mea culpa se avessimo sbagliato previsioni. Che è ciò che veniamo a fare, perché la Abbagnato sembra fare un buon lavoro da direttrice del ballo. Noi non siamo degli specialisti della materia perciò il nostro giudizio vale quanto quello di un comune osservatore e frequentatore dell'Opera di Roma; anche se dobbiamo aggiungere che abbiamo letto qualche critica rivolto più che a Lei ed alla sua direzione, all'invito di certi coreografi non proprio di primissimo piano. Ci siamo sbagliati, gentile Eleonora, e perciò ci scusiamo. Come promesso.
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