Il malumore è più che una sensazione. Perché il default Lombardia sembra preconizzare l’inizio della crisi della leadership di Matteo Salvini. Così all’interno della Lega, quella che è una sensazione, finisce per diventare un sentimento fra i pesi massimi di via Bellerio e dintorni. Serpeggia infatti un malessere diffuso che da Roma giunge fino all’ultimo paese della provincia di Bergamo, epicentro dei focolaio del Coronavirus.
Le chat dei dirigenti non solo ribollono ma al suo interno rimbalzano alcune riflessioni il cui senso è di questo tenore: “Zaia ha avuto poco dal governo, e ha saputo fare da sé, mentre Fontana, dispiace dirlo, non ne ha azzeccata una”. Il ragionamento fila, e se queste è solo premessa, poi c’è lo svolgimento.
“Fontana - mormorano ancora - cerca sempre di dare le colpe al governo, o al più ai sindaci. Ma qui l’unico dato vero è che la Lombardia ne esce ridimensionata dall’emergenza”.
E se ne esce ridimensionato il vertice del Pirellone ne uscirà ridimensionato il segretario della Lega. Perché, ironizzano da più parti, “se gratti Salvini trovi Fontana, e viceversa. I due sono la stessa cosa”. ...
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