lunedì 1 luglio 2019

Ma i giovani, in Italia, amano o no la musica , quella classica s'intende e l'opera?

Fino all'altro ieri era altissima la preoccupazione del mancato ricambio di pubblico della musica e dell'opera in Italia (il problema, a dir il vero, esiste anche fuori del nostro paese, sebbene in misura minore). Si diceva che  il pubblico in Italia c'era, ma che a ben guardare dall'alto quello di una sala da concerto o di un teatro, colpiva il mare di reste pelate o bianche. Per dirla  senza mezzi termini, il pubblico della classica e dell'opera in Italia era decisamente vecchio.

 Contrordine. Da un cronista che riporta fedelmente ciò che gli  si dice, l'Accademia di Santa Cecilia,  per bocca di dall'Ongaro, ha chiuso, come accade da anni, il bilancio in pareggio,  e i giovani sono tornati all'Auditorium, in massa. Certo se il pubblico giovane è passato, secondo il sovrintendente dell'istituzione romana, da zero al 10 per cento, la percentuale fa impressione; ma non si  può dimenticare il punto di partenza.

 A noi viene il dubbio che spesso,  anzi troppe volte, a seconda delle circostanze, i responsabili di questa o quella istituzione si aggiustino le cifre a seconda del proprio tornaconto del momento.

Irritato da tanto successo - vero o apparente? -  il Teatro dell'Opera, nella persona del suo sovrintendente Carlo Fuortes, chiama il medesimo cronista e,  irritato,  gli detta analoga dichiarazione: bilancio chiuso in pareggio, anzi con un attivo di 70.000 Euro circa, e pubblico ed entrate cresciute a dismisura, e cresciuto è pure il pubblico giovane. Insomma vittoria su tutta la linea, con teatro e terme esauriti ogni sera.  E quest'anno Fuortes, come ha anche dichiarato, mira a superare le 92.000  le presenze dell'anno scorso e forse anche per questo ha aumentato le serate che passano da 28 a 36. Il cronista scrive e se ne va contento.

Senonchè, all'indomani, sul suo stesso giornale, nella rubrica della 'Posta', un lettore racconta,  a proposito dello spettacolo del Tokyo Ballet  a  Caracalla, di uno spiacevole episodio che  smentisce il tutto esaurito che Fuortes va sbandierando ad ogni inizio di stagione,  ma che viene puntualmente  poi smentito, calcoli alla mano a consuntivo, come abbiamo dimostrato da parecchi anni anche noi.

Racconta quel lettore che una buona parte della platea, settore A, quella con i posti da  100 Euro circa, comprendendovi i diritti di prevendita che ammontano al 15% circa, era vuota e che, a spettacolo iniziato, un gruppo consistente di coloro che avevano pagato 28 Euro per un posto nell'ultimo settore, si sono fiondati ad occupare i posti vuoti del settore A, senza che le maschere intervenissero a bloccarli. 

 Ma ciò che quel lettore racconta, al di là della migrazione rumorosa ed in massa all'altro settore, è che il 'tutto esaurito' ogni sera, del sovrintendente Fuortes, resta solo nelle sue aspirazioni.

E il cronista che fa? Boh


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