sabato 13 luglio 2019

La strana politica dei grandi quotidiani sui festivals italiani, anche importanti

In questi giorni sono al traguardo finale dell'edizione 2019, i festival di Ravenna ( terminato con il grande concerto diretto da Riccardo Muti - che lì è di casa - prima ad Atene e poi a due passi da casa); e domani termina il Festival 'di Spoleto' - ovvero 'di Ferrara'- con il Concerto in piazza  diretto da Daniele Gatti ( il programma, un'anteprima della prossima inaugurazione all'Opera di Roma); e mai nel corso del loro svolgimento ci è capitato di leggere alcunchè, nonostante che i programmi rispettivi fossero stati  illustrati e magnificati da quegli stessi giornali che poi li hanno ignorati. I panegirici iniziali erano naturalmente a pagamento, ovvio!

 Mentre , invece, ci è capitato di leggere su uno dei due giornaloni nazionali - come abbiamo scritto  di recente -  di un concerto dello sconosciuto Festival del Lago d'Orta, dove i 20 anni della manifestazione, sono stati celebrati con piccola orchestra raccogliticcia diretta da un direttore  a noi sconosciuto - anche se ciò non vuol dire nulla! - del quale, certamente, parlarne avrebbe avuto senso se quello stesso giornale avesse segnalato ai suoi lettori anche e prima i festival di rinomanza nazionale. 
Abbiamo scritto, senza mezzi termini, che si trattava di una delle tante marchette che ci  accade di leggere ogni giorno sui giornali che sfogliamo o leggiamo.

 In tutto ciò la benemerita congrega dei Critici Musicali Italiani, che da secoli ha lo stesso presidente ed ancora per altri lo avrà,  e che dispensa ogni anno diplomi di merito, non ha mai pensato di darsi qualche regola, per ovviare ad una simile indecenza che ha il principale colpevole, nel critico, associato alla benemerita, che non segnala al suo capo gli spettacoli che meritano di essere recensiti. Fermo restando che qualche marchetta ci scappa sempre, ma che le marchette debbano prevalere, è troppo anche per l' Italia!


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