sabato 13 luglio 2019

L'addetto stampa del Teatro San Carlo di Napoli deve essere senza difetti e senza macchia - come del resto chiunque chiamato a posti di responsabilità

Recita così il bando per la ricerca di un addetto stampa del Teatro San Carlo di Napoli. 

I candidati dovranno essere "esenti da difetti o imperfezioni che possano limitare il pieno ed incondizionato espletamento, in sede e fuori sede, delle mansioni previste".

Non c'è mica scritto che deve essere di 'bella presenza', come si chiede ad hostess ed accompagnatrici cosiddette. 

 Si chiede che non abbia nulla che possa impedirgli pieno ed incondizionato espletamento delle mansioni previste, in casa e fuori.

 Dunque, che c'è di strano? Ma se questa regola fosse alla base di ogni bando per incarichi pubblici o di una qualche responsabilità, in ogni campo...

 Rosanna Purchia, ragioniera, non sarebbe potuta mai diventare Sovrintendente del Teatro san Carlo - come va scrivendo da tempo Paolo Isotta, irato con Mattarella che gli ha concesso perfino una onorificenza.

 E Paolo Pinamonti, musicologo, che non distingue l'Inno franchista da quello spagnolo - dopo che per anni ha lavorato in Spagna ( evidentemente avendo proprio quei difetti che ora non vuole ritrovare nel suo futuro addetto stampa) - non sarebbe potuto diventare direttore artistico del San Carlo.

Potremmo continuare a lungo con esempi preclari in ogni campo. Ci limitiamo a due o tre, nell'attuale compagine governativa

Toninelli,  se fosse stato scelto a seguito di bando pubblico con le medesime caratteristiche di quello  del san Carlo, sarebbe mai potuto diventare Ministro delle Infrastrutture?

Giulia Grillo, con quel casino che ha combinato con i vaccini, chi l'avrebbe mai nominata ministro della salute?

 E perchè  a Centinaio, ministro dell'agricoltura ed anche del turismo - rubando le braccia che avrebbe dovuto usare a malapena nel primo dicastero -  chi avrebbe affidato il comparto del turismo, strategico nel nostro paese, solo perchè aveva lavorato in una agenzia di viaggi?

Tralasciamo volutamente, perché la casistica che li riguarda è già ricchissima, i casi di Giggino Di Maio e Matteo, il 'Nero'.
Li hanno eletti i cittadini, certo, ma il bando  non era evidentemente chiaro.

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