Le imposte dirette si riducono solo aumentando l'Iva e le imposte indirette. Il ministro dell'economia Giovanni Tria, all'Eurogruppo, ieri ha illustrato la sua ricetta per portare avanti il progetto del governo di riduzione delle tasse attraverso la flat tax. "Sono sempre stato convinto di questa idea: credo che l'imposizione fiscale vada riequilibrata riducendo la fiscalità diretta a favore delle imposte indirette, perché in questo modo si facilita la crescita".
Una proposta già lanciata "due mesi prima di diventare ministro" che, sottolinea il ministro dell'Economia, è anche "una vecchia raccomandazione europea": "Si tratta di studi fatti in Ue e all'Ocse", dice parlando dell'aumento Iva, "L'imposizione indiretta grava su tutti i beni consumati, mentre quella diretta pesa sui salari, sul salario reale ed entra nei costi di produzione, soltanto all'interno del Paese".
Ma Tria ha parlato anche delle altre opzioni sul tavolo, in particolare della flat tax: "Ne parliamo da un anno. Stiamo elaborando tutte le possibili alternative e stimando quello che si può fare", dice Tria. Ai giornalisti che chiedevano quale fosse la linea del governo, se quella di seguire la strada di una riduzione delle aliquote oppure di arrivare a una flat tax, Tria ha risposto: "mi pare che stiamo parlando della stessa cosa, ognuno la chiama come vuole...".
Il ministro dell'Economia, in ogni caso, ha confermato che l'Italia è intenzionata a proseguire lungo la strada della stabilizzazione e della discesa del rapporto tra debito e pil anche nel 2020 e in sostanza ha chiarito che con la manovra di bilancio per l'anno prossimo il governo manterrà la parola data all'Ue. Tria ha sottolineato che la stabilizzazione del debito non si fa solo per rispondere all'Europa ma perché "coincide con gli interessi italiani". "Lo sforzo grosso" è stato comunque fatto quest'anno, per sapere quanto servirà per il prossimo anno "Vedremo come andrà l'economia nel secondo semestre".
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