Al Teatro Regio di Torino, dopo poco più di dodici mesi, cade la testa del sovrintendente William Graziosi che veniva dalle Marche, dove era stato a capo di un festivalino d'elite, ma senza aver prima maturato l'esperienza della direzione di un grande teatro come il Regio di Torino che ha complessivamente 400 dipendenti, a differenza di Jesi, dove di dipendenti ce n'erano a malapena 10.
Quanto fu eletto Graziosi, noi pubblicammo il suo curriculum, sinceramente ridicolo: pagine e pagine per raccontare tutti i titoli andati in scena a Jesi sotto la sua gestione, ai quali si sarebbe dovuto credere che egli avesse partecipato attivamente.
Ma si sa che quando un politico vuole qualcosa, anche se è una testa vuota, come in questi giorni anche in un'altra capitale del nostro paese è accaduto, la si fa. Se poi ne discendono disastri da tutti immaginati, non conta, perchè il sindaco comanda 'ed è suo diritto nominare i vertici delle istituzioni della sua città'.
La Appendino fa il paio con il sindaco Nardella: nel caso della Appendino perchè il nome di Graziosi glielo suggerì ( impose) Grillo; Nardella, perchè si crede Renzi e manda a puttane il lavoro svolto al Maggio Fiorentino da Chiarot e Luisi, per insediarvi Nastasi che di danni ne ha fatti così tanti che non si capisce perchè insistere.
Il caso della Scala è diverso. Pereira stava sul gozzo a una parte del CdI ( alcuni di stretta osservanza salviniana, altri ex franceschiniana) che non gli voleva rinnovare l'incarico, quando sarebbe stato opportuno, magari non per l'intera durata prevista; ma certo non vi sono contro di lui esposti in procura come nei confronti di Graziosi per la sua amministrazione contestata, perfino dal direttore artistico che egli stesso si era scelto.
Ora la Appendino ha mandato via Graziosi, dopo che proprio lei aveva fatto l'errore tragico di mandar via i precedenti vertici, e soprattutto il direttore musicale cui il Regio doveva una certa rimonta nelle quotazioni internazionali.
Appena insediatasi, la sindaca aveva promesso che avrebbe smantellato una struttura che vedeva al vertice la moglie del precedente sovrintendente, da troppi anni al Regio. Poi non l'ha fatto. Mentre ora ha dovuto agire, perchè il teatro è in subbuglio per via di William Graziosi.
Al contrario di Nardella che ha cambiato i vertici del Maggio quando in teatro sembrava essere tornata la pace e la voglia di lavorare, dopo le precedenti negative esperienze amministrative compreso il commissariamento di Nastasi.
A Roma, invece, dove nel disastro generale dell'amministrazione comunale, raro caso di buona stampa e corretta amministrazione è quello del Teatro dell'Opera, il sovrintendente Fuortes, ha giocato abilmente e d'anticipo, sfilandosi dalla rosa dei papabili milanesi, senza che nessuno facesse il suo nome come prescelto, dichiarando il suo attaccamento a Roma. E la sindaca intende premiarlo, rinnovandogli l'incarico.
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