sabato 27 luglio 2019

Quattro esempi di giornalismo musicale di portata storica

Tutte nello stesso giorno, tutte nello stesso giornale: Corriere della Sera
 Cominciamo da quella più importante. 

L'Aida areniana,  impersonata da un'americana di pelle candida si rifiuta di farsi fare la faccia nera; la sovrintendente, Cecilia Gasdia, è di opposto parere; alla fine si trova un compromesso: l'americana si farà fare la faccia 'mulatta' e non 'nera'. Da domani inizia una nuova storia  anche per il celebre capolavoro di Verdi. Il quale, già in un altro caso,  aveva dovuto mandar giù ciò che mai avrebbe immaginato, e cioè che ad impersonare Violetta fosse una cantante nera. La storia dell'opera ne uscirà traumatizzata.
 Alla fine la cantante si è data malata per non tingersi neanche un pò la faccia; e perciò non ha partecipato alla recita di domenica scorsa.

 Si torna a parlare di Ivo Pogorelich che  racconta per la prima volta la sua vita: vinse il Concorso Casagrande appena diciottenne, due anni dopo sposò la sua insegnante, vent'anni più grande di Lei - ma ne dimostrava anche di più - la morte di sua moglie  dopo una ventina d'anni di matrimonio, la svolta religiosa del pianista, la sua attività didattica e umanitaria. Una vita non certo banale e neppure normale. Fra qualche settimana - ed è questa la ragione fondamentale per farlo decidere a raccontare per la prima volta pubblicamente la storia della sua vita - esce un suo disco per la Sony ( Rachmaninov). Certamente, anche questo secondo fatto, cambierà il corso della storia.

 In Montagna si canta e suona meglio, specie se all'aperto e nelle ore più inusitate come all'alba, perché quando l'uomo incontra la montagna ne nasce un miracolo.
E' il principio cui si ispira il festival 'suoni delle Dolomiti' animato dal violoncellista Brunello,  il quale annuncia per questa edizione, la venticinquesima, una grande novità: sulle Dolomiti quest'anno sbarca l''opera. Il barbiere di Rossini. Chissà se d'ora in avanti non ci si orienterà ad eseguirlo all'aperto, facendolo uscire dal chiuso dei vecchi polverosi teatri.

 Ricordate la protesa , per ragioni di solidarietà verso Alexander Pereira, messa in atto da Cecilia Bartoli, che ad alcuni sembrò come minare la Sala e stravolgere la programmazione?  Beh, la Sala non è crollata, il cartellone resta immutato, solo che al  suo posto nel Giulio Cesare canterà la De Niese.
 Potrà continuare ad essere La Scala, anche ora che è orfana di Cecilia Bartoli?

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