Cento fra scienziati, geologi, urbanisti, scrittori, storici dell’arte, archeologi, ricercatori, restauratori, Associazioni per la tutela, chiedono ai ministri Bonisoli e Costa di scongiurare una nuova vergogna culturale nazionale ripristinando questo grande Polo della Scienza nelle casse da decenni ormai.
Un altro schiaffo alla Cultura e alla Scienza, e non soltanto a quella romana: il bel Palazzo Canevari, in Largo di Santa Susanna, sede storica del Museo e del Servizio Geologico Nazionale, perfettamente restaurato e rafforzato, è tornato in mano pubblica, dopo una grottesca e infelice, per fortuna, “cartolarizzazione” (2003) . Ma, invece di venire restituito, con le formidabili dotazioni, alle proprie storiche funzioni, è stato dal governo assegnato a un neonato Fondo Nazionale Innovazione che potrebbe venire collocato in una delle tante sedi pubbliche disponibili e che comunque occuperà, molto probabilmente, una parte minima del Palazzo liberty voluto da Quintino Sella.
Fu proprio il ministro regista della Terza Roma, mineralogista, a volere questa città quale “capitale della Scienza e della Cultura” e il Museo Geologico Nazionale con la sua ricchissima dotazione di reperti, volumi e cartografie costituì uno dei pilastri di valore internazionale, con la rinnovata Accademia dei Lincei (presidente lo stesso Sella), con la Sapienza, con altre istituzioni, di quella illuminata e universale concezione. E lo è stato fino alla sciagurata privatizzazione dell’edificio a fini di lucro, fino a quando il Museo non è finito, decenni fa, in un’autorimessa dell’Eur imballato e incassato. Una vergogna per lo Stato italiano. Un’offesa per Quintino Sella e per tutta Roma. Per quanti come Antonio Cederna si batterono instancabili per il ripristino e la valorizzazione di quel Polo culturale scientifico.
Noi chiediamo con forza che il ministro per i Beni Culturali, Alberto Bonisoli, e quello dell’Ambiente, Sergio Costa, intervengano immediatamente affinché il Museo Geologico Nazionale torni nella propria storica sede costituendo così uno dei Poli essenziali della Città della Scienza e valorizzando anche gli importanti ritrovamenti archeologici del VI secolo a.C. alla sua base, e attendiamo in tal senso pronte e fondate rassicurazioni.
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