mercoledì 1 aprile 2015

All'Accademia di Santa Cecilia, due papi come in Vaticano. Annunciata la stagione 2015-16: qualche italiano, 'non solo classica' ( c'è anche cinema) e Beethoven. Pappano resta fino al 2019.

L'esempio di papa Ratzinger che si dimette e diventa 'emerito'- per le dimissioni?- e di papa Francesco che prende il suo posto, è stato trapiantato con pari efficacia all'Accademia di Santa Cecilia, che la con la Chiesa di Roma ha legami storici, e non solo geografici.
 Anche a Santa Cecilia i due papi, quello in carica (dall'Ongaro) e l'emerito (Cagli), che si era dimesso proprio come ha fatto Ratzinger, erano presenti alla conferenza stampa che annunciava la prossima stagione sinfonica e cameristica. la quale segna il passaggio dall'una all'altra gestione, che è poi la stessa, nonostante i proclami di novità sottolineati anche dai giornali. I quali,  a gara fra loro per primeggiare nelle idiozie,  hanno sottolineato che a Santa Cecilia  non c'è 'solo' classica, alla stessa maniera con cui Fuortes all'Opera di Roma ha detto che a Caracalla non ci sarà' solo' Opera, ma anche 'grande rock', e come tanti altri che, illustrando le loro imprese musicali, usano l'espressione 'non solo musica'. Il trionfo del 'non solo'  perpetua l'infausto 'ed anche' di veltroniana memoria, ed è  il segno di tempi che non  hanno coscienza della propria identità.
 Il papa in carica, dall'Ongaro, ha omaggiato quello 'emerito', Cagli, oltre che con la creazione della figura del 'presidente onorario', anche con un particolare ringraziamento per tutto quello che in vent'anni - non pochi mesi - ha fatto per la comune parrocchia ceciliana.
 Che c'è di nuovo nelle prossima stagione appena annunciata, davanti a molti giornalisti e pubblico vario? C'è  finalmente qualche italiano in stagione:  Sollima, Brunello, Lucchesini, Biondi, Lupo, Baglini,Tifu, Gatti, Rana. Ma di  veramente  nuovo c'è solo  Federico Colli, perchè molti di questi ricorrono nelle stagioni ceciliane, anche perché accademici, i quali al momento opportuno voteranno il loro presidente. Ne mancano tanti, e sono sempre quelli che non vengono invitati mai. Comunque ci sentiamo obbligati a  ringraziare papa dall'Ongaro per tanta attenzione al problema, che risolverà negli anni futuri. Ci sarebbe piaciuto riascoltare anche Gloria Campaner, la giovane brava pianista che ha già suonato, nella stagione presente, a Santa Cecilia,  e in questi giorni suona alla Filarmonica romana;  e che, negli anni precedenti, ha suonato già al Quirinale e con l'Orchestra sinfonica di Torino della Rai e Rai 5 le ha dedicato una intera trasmissione, intitolata al famoso burattino di Stravinski, dal titolo 'lezioni di piano'. Da non perdere per il feeling fra intervistata ed intervistatore. Peccato che dall'Ongaro non la conosca ed apprezzi al punto da invitarla per due stagioni consecutive, come per esempio ha fatto con la Tifu o con Rana o con Lupo o con Baglini o con Brunello o con Biondi.
 Nella stagione da camera c'è un festival di pianisti, come sempre d'altronde, benchè manchi per il secondo anno consecutivo Pollini. Ci è  sfuggito?  O se manca, perchè? Poi naturalmente i violinisti , gli stessi che a Santa Cecilia non mancano mai: guida la schiera kavakos e poi la grande novità che certamente una novità lo è per davvero, L'esecuzione delle sinfonie di Beethoven ( la Sinfonia n.9 aprirà la stagione) in più concerti ed in tempi molto larghi, da preferire  a certe maratone sempre più frequenti e che andrebbero vietate, in nome del detto evangelico che non vuole che si gettino ' margaritas ante porcos'. Tutte le sinfonie di Beethoven nel corso di una medesima stagione,  affidate la medesimo direttore sono un'ottima scelta, perchè Beethoven è 'l'inizio e la fine' della musica, tanto per usare una frase fatta, che ha il suo senso più profondo nella convinzione che la musica da lui non può prescindere, più che da qualunque altro, anche dallo stesso Bach. Ma è questa una novità? O è semplicemente l'antico che è più nuovo del nuovo?
La novità, il belletto per papa dall'Ongaro, sta nella musica da film: Fantasia,  Morricone, Rota Piovani, i grandi russi, con la proiezione, nel caso di Fantasia, di una sintesi dei due film con la musica eseguita dal vivo e rivolta ai bambini nel periodo delle feste natalizie, in collaborazione con 'Musica per Roma -  Fuortes era  in prima fila, non si capisce più se nelle funzioni di ammistratore di Musica per Roma, o  in quelle di sovrintendente dell'Opera, venuto a portare il ramoscello d'ulivo alla più diretta concorrente.
Poi naturalmente un pò di musica d'oggi - altrimenti come si qualificherebbe dall'Ongaro, grandissimo compositore e indaffaratissimo organizzatore? - un pezzetto qua un pezzetto là, di Nieder, Francesconi, Panfili, Campogrande...
 L'unica vera notizia, un'autentica novità, è che Pappano resta a Santa Cecilia fino al 2019, ancora per quattro anni, nei quali fare ancora progetti.
 Poi, finite le presentazioni, via alle domande dei giornalisti. Nessuna, per la gioia dell'addetta stampa che preferisce il silenzio invece delle voci discordanti. Vero?
Intervengono due abbonati vecchi e non. Ed uno tira in ballo i 25 'intermittenti' che ogni stagione vengono assunti ad ottobre e licienziati a giugno. Che si fa con questi, ora che l'Accademia ha chiesto ed ottenuto l'autonomia di gestione.
 Beh, forse qualche domanda si poteva anche fare al nuovo papa, dall'Ongaro. Ad esempio: quando lascia la RAI? Perchè è chiaro che deve lasciare DEFINITIVAMENTE  la sovrintendenza dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai, la direzione della Musica a Radio 3, i Concerti del Quirinale, le trasmissioni di RAI 5 e, farebbe bene a lasciare anche tutto il resto che ora non ci sovviene.
 E forse avremmo avuto forse l'unica vera notizia, anzi no, la seconda dopo la permanenza di Pappano. Perchè di grandi novità nella prossima stagione non ce ne sono. Finchè c'è Pappano le cose andranno come sono andate negli ultimi dieci anni di gestione del 'presidente emerito'. Una starordinaria routine con lo 'specchietto' di Pappano che manda luce  nel mondo.

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