Sara Zurletti, figlia del nostro collega Michelangelo, brillante studiosa di 'estetica' - non 'estetista', lo precisiamo per quell'unico direttore di conservatorio, in Italia, che eventualmente dimentica la differenza, pur conoscendola - e insegnante precaria. La quale, in tale condizione, che in famiglia non si conosceva, perchè sia suo padre che sua madre, ora in pensione, insegnavano, di ruolo, dall'eternità, inorridisce, a ragione, all'idea che a scegliere i prossimi docenti di conservatorio, fra i precari, in tale condizione anche se aventi diritto a seguito di abilitazioni ed altro - siano i direttori. Chi conosce l'ambiente sa di cosa la giovane Zurletti parla. E ne scrive al giornale che fu di suo padre. Condividiamo in pieno le sue lamentele e i suoi timori.
A noi è stata raccontata , a proposito, una storia che ci piace ripetervi, perchè fa al caso anche della giovane Zurletti.
Ci hanno raccontato che un insegnante, ormai alla fine della carriera in Conservatorio perchè prossimo alla pensione, un giorno ebbe a dire con lettera personale indirizzata al candidato-direttore dell'istituzione quel che pensava di lui. E non si trattava di denigrazione. Di lui pensava, gli scrisse, che fosse un perfetto idiota, per giunta con l'aggravante dell'ignorante totale. E che perciò era l'ultima persona che aveva da candidarsi alla direzione di un istituto e che lui, per quel che lo riguardava, non lo avrebbe votato. Per fare un favore all'istituzione.
Il candidato-direttore - la Zurletti non era a conoscenza di tale storia, ma ha visto giusto, perchè di casi analoghi è pieno il settore AFAM, il settore dell'Istruzione artistica - venne ovviamente eletto direttore, quasi a grande maggioranza, da un gregge di insegnanti pronti a difendere le proprie piccole parrocchiette privilegiate e a non voler noie con il nuovo arrivato che, in fatto di ignoranza se la batteva con molti di loro. Il quale, una volta eletto, per ringraziarli ed ingraziarseli ancora, anche in previsione della successiva riconferma, distribuì elemosine a tutti, facendo fare a buona parte del corpo docente corsetti e seminariucci inutili e costosi.
Non finisce qui, perchè l'interessato ci ha anche raccontato quale sorte toccò a quell'insegnate che aveva osato gridare in faccia al candidato direttore quanto idiota ed ignorante egli fosse.
Per i giorni, pochissimi, che quell'insegnante restò in Conservatorio, l'idiota ed ignorante direttore, le tentò tutte. Naturalmente l'insegnante tirò dritto per la sua strada. Non contento l'idiota ed ignorante promosse azioni di vera e propria denigrazione e delegittimazione nei confronti di quell'unico insegnante che aveva osato dirgli le cose in faccia. La storia ebbe anche un seguito,che però l'interessato non ci ha raccontato.
Ora che abbiamo i capelli bianchi e che abbiamo insegnato per tanti anni, possiamo testimoniare davanti a Dio e davanti agli uomini, che di ignoranti ne abbiamo incontrati moltissimi, senz'altro in numero maggiore dei competenti, che forse sono in media 4 o 5 su 100, fra gli insegnanti e gli stessi direttori. Abbiamo incontrato anche psicopatici, fra insegnanti e direttori pure, e persone psichicamente molto turbate, tanto che in taluni consessi dei docenti, scherzando ma non troppo, facemmo presente la necessità di avere in conservatorio un presidio psichiatrico, che avrebbe avuto molti clienti, quasi esclusivamente fra gli insegnanti, e qualcuno appena fra gli allievi.
La nostra convinzione scaturisce anche dal fatto che, oltre che nelle sedi dei conservatori, le nostre varie esperienze di riviste di musica ci hanno offerto un quadro della quasi inutilità del nostro lavoro, se pensato e diretto a tutti coloro che insegnano nei Conservatori. Forse le tante riviste che abbiamo fatto le leggevano soprattutto gli amanti della musica, e nei conservatori, più gli allievi che i loro insegnanti, che non solo non leggevano le riviste, ma non leggevano neanche un libro e neppure un giornale. E che continuano a non leggere per un patto stretto con l'istituzione al momento della nomina in ruolo. Chi non è convinto, ascolti un direttore di conservatorio, o un insegnante od anche un preside qualunque, si renderà conto di persona che non conosce neanche l'italiano, come non lo conoscono neanche al Ministero dell'Istruzione o dell'Università, a giudicare dai loro illeggibili decreti.
Alla giovane competente precaria Zurletti , consigliamo di non smettere di lottare, di denunciare, ma nello stesso tempo di non sperare che le cose cambieranno presto. Certamente non prima che ci sia una morìa - non reale - degli attuali insegnanti di tutti i conservatori italiani.
P.S. Possiamo aggiungere che quasi nessuno degli attuali insegnanti di Conservatorio (vale anche per i direttori) ha mai esercitato la professione musicale che presume di insegnare ai propri allievi; e che l'insegnamento nella loro carriera non è scaturito da una scelta, ma da un ripiego necessario: non potendo fare il musicista ha provato a fare l'insegnante di musica; con il vantaggio che nessuno lo fischierà, come sarebbe accaduto in una qualunque sala da concerto, anche la più piccola, sperduta e squalificata.
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