Quando solo da qualche mese è uscito il nuovo libro di Federico Maria Sardelli dedicato a Vivaldi nel quale si ripercorre il cammino della riscoperta del grande musicista italiano, avvenuta agli inizi del Novecento con la scoperta e la acquisizione del Fondo Foà-Giordano della Nazionale di Torino, viene presentato il rivoluzionario cartellone della prossima stagione estiva della Chigiana, firmato da Nicola Sani. Il quale cartellone, articolato in diversi canali, tutti denominati in lingua inglese, e trasmessi dai canali di Classica di Sky, come pure in lingua inglese si propone l'intera manifestazione (ecco la superiorità di chi conosce le lingue!) curiosamente si aprirà il prossimo 10 luglio nel nome di Vivaldi. A ricordo del fatto che fu proprio una delle prima Settimane musicali senesi ( a firma Casella, non ricordiamo esattamente la data, fra gli anni Trenta e Quaranta) a far riascoltare, trascritto, il grande musicista veneziano. Nell'operazione fu coinvolto anche il poeta/musicista Pound e la sua compagna Rudge che già sulla scorta dei manoscritti conservati a Dresda, avevano cominciato il lavoro di trascrizione( lavoro che secondo Sardelli, dal punto di vista tecnico era pessimo!).
Il concerto del 10 luglio non si propone - attenzione! - come celebrativo. Tutt'altro.
Sani ricomincia da Vivaldi per dare una dimostrazione più banale - e, secondo noi, abbastanza dozzinale - di quel che diceva Stravinsky, e cioè che Vivaldi aveva scritto 5-600 volte lo stesso concerto. E lo fa proponendo al pubblico internazionale della Chigiana, che d'estate riunisce giovani musicisti di tutto il mondo assieme ai loro docenti, alcuni dei quali autentici monumenti della musica mondiale, un suo compagno di novità stilistiche che si chiama Max Richter - berlinese, seguace/allievo di Berio - il quale ha riscritto Vivaldi, dichiarando che l'ha fatto, perchè non sopporta Vivaldi.
Abbiamo ascoltato una breve registrazione dell'inizio dei due primi movimenti delle Stagioni vivaldiane nella sua revisione. Richter crea un tappeto sonoro per orchestra, aggiungendovi anche dell'elettronica preregistrata, sul quale fa volare ( senza che mai riesca a farlo librare in volo veramente!) l'incipit dell'uno come dell'altro movimento, che però non arriva mai alla fine. Insomma il primo inciso di ogni movimento ripetuto per tutto il movimento.
Richter parte dalla boutade di Stravinsky, per renderla ancora più assoluta: non uno stesso concerto ripetuto 5-600 volte; ma un solo concerto che però non prende mai vita, quota, volo. Insomma nulla.
Nella casa in cui Vivaldi tornò ad esistere, ora se ne celebra il ridicolo, inutile funerale.
Ma il festival internazionale di Siena piacerà tanto, ne siamo sicuri, perchè Nicola Sani ha i suoi gazzettieri preferiti, alcuni dei quali già scritturati per stenderne il panegirico, dietro compenso; e poi sbandiera anche contatti internazionali con tutto il mondo conosciuto e non, creati con grande abilità e senso degli affari e scambi internazionali, negli anni della sua presidenza della Fondazione Scelsi. Come ad esempio quello con Markus Hinterhauser che si riproporrà, nelle vesti di pianista, egli allievo della Chigiana molti anni fa ed ora intelligente direttore artistico sulla cresta dell'onda ( dal 2016 tornerà a Salisburgo) per far riascoltare Schubert corredato di immagini ( provenienza Aix en Provence, coprodotto con Wiener Festwochen, di cui Hinterhauser è attualmente direttore artistico) che secondo noi è come dire ' Schubert non ci basta più.
E il teatro Comunale di Bologna chi lo governa, se il suo sovrintendente/ direttore artistico è tanto impegnato a Siena?
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