Accade sempre così, da che mondo è mondo, in Italia. Cambiano i capi bastone di importanti istituzioni e per far sapere al mondo italiano dell'avvenuto avvicendamento al vertice, si rifà il sito dell'Istituzione, come - nei telegiornali Rai - si rifà la grafica o la sigla (che non c'era nessun bisogno di cambiare) o lo studio dal quale si trasmette. Salvo poi a lasciare le istituzioni come erano ed i telegiornali con la stessa tecnica, logica e cadenza anteriori.
Non sappiamo se si tratta di un 'pesce d'aprile', ma temiamo di no, senonchè l'Opera di Roma affidata ora a Carlo Fuortes, in data 1 aprile 2015, ha bandito una gara per il rifacimento del sito ufficiale del teatro, per adeguarlo a quelli dei grandi teatri internazionali che non hanno mai pensato di esternalizzare orchestra e coro, mentre a Roma invece sì, l'hanno pensato e minacciato e dopo le pernacchie, anche ritirato, scusandosi. Non,senza scusarci, facendo finta di niente, anzi vantandosi.
Ma non era stato modificato già qualche mese fa, al primo approdo di Fuortes - fine 2013- in teatro, come commissario?
Crediamo di sì, da quando cioè egli ha affidato la cura dell'immagine dei titoli in cartellone ad un pittore che ha inondato il sito di immagini inquietanti. Ecco la stessa tecnica: cambire il sito per far restare tutto il resto così com'è.
Non è una grande spesa, perchè la base d'asta è di Euro 25.000. Ma c'era proprio bisogno? Non sarebbe stato più opportuno e logico rimettere in piedi e far correre veloce il teatro e poi, a risultati oggettivi raggiunti, cambiarne anche l'immagine?
No, per Fuortes - che ha sempre goduto di una stampa eccessivamente amica - era prioritario cambiare il sito. Lui, se non ha il sito nuovo, non riesce a far nulla di nuovo, oltre l'assunzione della Abbagnato a direttrice del corpo di ballo.
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