E' da tempo che ci battiamo perché i dati relativi ai compensi dei vertici e dei collaboratori apicali delle istituzioni musicali, in primis le Fondazioni lirico-sinfoniche, finanziate con soldi pubblici, siano presenti sui siti ufficiali delle istituzioni, ed accessibili a tutti, nella pagina 'Amministrazione trasparente'. Come prescrive la legge ( DL 33/13). Notiamo, invece, che per venire a capo di detta pagina, quando è presente, occorre superare un percorso ad ostacoli fatto apposta perché tali dati non sino facilmente accessibili a chiunque voglia conoscerli, senza che la legge che li prescrive faccia nulla per rimediarvi (per la solita perversa complicità che lega istituzioni e ministero -Nastasi - che dovrebbe, invece, vigilare sull'osservanza di tale norma e che aveva minacciato un taglio ai finanziamenti laddove tali dati non fossero stati forniti). Noi saremmo anche per la pubblicità dei compensi agli artisti scritturati. per la semplice ragione che anche lì, quando si discute del problema, si leggono cose inverosimili e lontanissime dalla realtà, mentre poi si riscontra nei rari casi scandalosi che vengono alla luce, come si spenda senza regole. Come ci pare, a tal proposito, di aver letto per le recite di Turandot andata in scena l'estate scorsa al Lirico di Cagliari, gestione Meli, costato al pari di un allestimento scaligero. Può farlo un ente che ha voragini nel bilancio? E il Ministero può lasciar correre, senza intervenire?
Crediamo che se anche i cachet degli artisti fossero resi pubblici, tanti casini, imbrogli, compensi esosi da un lato e ritardi vergognosi nei pagamenti ai più deboli, potrebbero finalmente essere archiviati.
A tale proposito, lo abbiamo più volte scritto, non riusciamo a leggere da nessuna parte, nel sito della Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC) di Roma, quale sia il compenso di Francesca Fortuna, direttore generale dell'istituzione; mentre leggiamo che tutti gli altri componenti il consiglio direttivo - nel quale siede un'altra Fortuna (Altea, chi è) - e quello artistico, collaborarono GRATUITAMENTE. Perchè soltanto del direttore generale, che non compare nelle due liste di collaboratori gratuiti, non possiamo sapere quanto guadagna? Non è facoltativo da parte della IUC renderlo noto. Lo prescrive la legge.
Come non riusciamo ancora a leggere sul sito del Teatro Comunale di Bologna, dove da un paio di mesi si è insediato il nuovo sovrintendente Nicola Sani che, evidentemente, già direttore artistico, vorrà tenere per sé le due cariche, quanto guadagni ad anno nel quinquennio in cui resterà in carica.
Certo si è insediato da poco, ma il suo compenso dovrebbe essere stato già stabilito, perché allora non viene reso noto nella pagina 'amministrazione trasparente', dove i dati più recenti riguardano il 2014?
Nel caso del Comunale di Bologna e di Nicola Sani ci spinge una curiosità ulteriore. Ernani, suo predecessore, guadagnava meno di tutti gli altri sovrintendente in Italia ( 120.000 Euro circa) e lui, allora consulente per la direzione artistica, neppure 70.000 Euro. Ci piacerebbe sapere se, ora, nella doppia carica di sovrintendente e direttore artistico, abbia intenzione di cumulare i due compensi, anche per rifarsi di quello abbastanza basso della sua precedente prestazione bolognese. Faceva così Cagli, beneficiando a Santa Cecilia di un compenso annuo di ben oltre 300.000 Euro, sebbene avesse poi una schiera di collaboratori per la direzione artistica che quindi troppo cara veniva a costare, e fa così anche dall'Ongaro, suo successore, che ha fissato il suo compenso al massimo previsto dalla legge: 240.000 Euro.
Mentre fa il furbo Fuortes, all'Opera di Roma, dove ha dichiarato di percepire appena (!) 177.000 Euro, dimenticando di annotare che, nei primi cinque mesi di quest'anno, Musica per Roma, dove resta ancora Amministratore delegato, lo compenserà con altri 62.000 Euro che portano il suo compenso totale per il 2015, a 239.000 Euro, ben al di sotto del suo omologo a Santa Cecilia. Di Un ( pardon:1.000) Euro.
A quando allora, la pubblicazione?
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