sabato 25 aprile 2015

Michele Dall'Ongaro. Dalla polvere sull'altare.Da Music@ a Musica+

Gli parve di conoscere quel nome, mentre andava leggendo, da una rivista di musica, una nutrita intervista, in apertura di giornale, con tanto di richiamo in copertina. Perchè quel nome lo conosceva già?
All'improvviso se ne ricordò. Gli venne allora in mente che  quel nome, anni prima, l'aveva letto sulla medesima rivista, l'unica edita in Italia da un Conservatorio, il ' Conservatorio 'Casella' dell'Aquila.
Poi man mano che leggeva l'intervista e sfogliava la rivista, il ricordo passato divenne sempre  più chiaro e preciso.
Sì, quel nome l'aveva letto proprio su Music@, la rivista edita dal 'Casella' dell'Aquila. Non era la stessa rivista? No, s'era detto, girando e rigirando fra le mani la rivista., che non aveva più la @ finale, e che al suo posto aveva preferito un diverso segno. Un '+' ( Musica +), per significare che, nel frattempo, quella rivista di un tempo era cresciuta. E, infatti, non era proprio la medesima rivista, e non solo perché s'era fatta più bella e ricca di colori, ma anche perché non era più la stessa, e pure il direttore era cambiato: particolare di poco conto, se era cambiata in meglio.
Ma perché - continuò a chiedersi - quel nome lo aveva associato non ad una precedente intervista, dal tono sinceramente adulatorio, come la presente? A quel punto si ricordò. Non era una intervista. 
Era una paginetta, intitolata ' Compagnia della buona radio', firmata dal direttore del giornale, che raccontava della gestione, a suo avviso 'troppo personale' - o 'pro domo sua' se si preferisce - della musica cosiddetta 'classica' a Radio Tre, da parte del suo responsabile, che era poi la stessa persona che 'Musica +' aveva appena intervistato, e cioè Michele dall'Ongaro che da due mesi ha lasciato, anzi 'sospeso' – così precisava nell'intervista, come fanno i parlamentari ai quali il popolo che li elegge tiene il posto in caldo, per tutta la durata del mandato – il suo lavoro in RAI, per assumere quello di Presidente/ Sovrintendente/ Direttore artistico dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma. Un traguardo a lungo agognato e per il quale aveva sempre lavorato anche a Radio Tre.
 Insomma - si andava dicendo, mentre continuava la lettura - sulla medesima rivista, o quasi, dall'Ongaro era passato dalla povere sull'altare. Finì di leggere l'intervista, senza nascondere la sorpresa, perchè la paginetta 'antica' continuava a tornargli in mente. Poi  passò ad altro, senza che mai saprà cosa era accaduto negli otto anni trascorsi fra quella paginetta e la presente intervista.
Già.  Nel frattempo, a seguito di quella paginetta, ritenuta da dall'Ongaro diffamatoria, l'allora responsabile della musica 'classica' di Radio Tre ed ora Presidente /Sovrintendente/ Direttore artistico dell'Accademia di Santa Cecilia, aveva sporto denuncia 'per diffamazione' contro l'autore dell'articolo e contro il Conservatorio che era allora l'editore della rivista, Music@- come si chiamava un tempo - ed è ancora l'editore di Musica+, come si chiama ora. Con richiesta di danni per complessivi 130.000 Euro, a carico dell'autore della paginetta e del Conservatorio aquilano.
Questo succedeva nel 2007. Nel 2009 , a seguito del terremoto - una tragedia per la città ma anche per il Conservatorio rimasto senza sede - l'autore della paginetta e direttore della rivista, come il Conservatorio chiesero a dall'Ongaro di ritirare la denuncia. La risposta fu netta: no! La tragedia che si era abbattuta sul Conservatorio era per lui meno grave dell'offesa che quella paginetta gli avrebbe arrecato.
Il 27 novembre 2013, dopo sei anni di udienze, spesso rinviate causa terremoto, il giudice dott.ssa Camilli, del Tribunale dell'Aquila, ha rigettato la richiesta di condanna per diffamazione, come pure quella di danni, e rigettato anche il coinvolgimento del Conservatorio,  condannando dall'Ongaro a pagare le spese di giudizio.
 In particolare, nella sentenza, ha stabilito che le critiche mosse a dall'Ongaro, risultavano effettuate con le dovute maniere, senza mai recare offesa alla persona, e sulla base di documentazione che, nel corso del processo, l'autore della paginetta aveva prodotto.
Se il nostro lettore fosse stato a conoscenza di quanto accaduto nel corso di questi anni, la riabilitazione di dall'Ongaro, gli sarebbe sembrata  ancor più inspiegabile ed anche inopportuna. Ma lui non lo saprà mai.



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