venerdì 10 aprile 2015

Gli intrecci fra amministratori di Santa Cecilia e dell'Opera di Roma potrebbero semmai produrre qualche effetto positivo. Ad esempio Pappano potrebbe dirigere all'Opera e Muti a Santa Cecilia

Dopo aver letto che il direttore artistico dell'Opera di Roma, Giorgio Battistelli, non ritiene incompatibile tale suo nuovo incarico con la sua parallela presenza nel consiglio di amministrazione dell'Accademia di Canta Cecilia - come, invece, noi pensiamo sia incompatibile perché non è facile tenere il piede in due scarpe, senza inciampare - ci siamo detti: perché no? In ragione del suo nuovo incarico che espressamente fa cenno a 'nuovi progetti', potrebbe, d'accordo con il suo amico/avversario dall'Ongaro, insediatosi a Santa Cecilia, adoperarsi perché il m. Pappano, una volta all'anno, o una volta almeno in tutto, da qui al 2019 - quando terminerà presumibilmente il suo incarico a Santa Cecilia - vada a dirigere un'opera nel Teatro della capitale. Se la coppia Battistelli/dall'Ongaro, volesse osare ancora di più potrebbe pensare ad un comune progetto nel quale le masse artistiche delle due istituzioni, orchestre e cori, lavorassero insieme. Questo potrebbe giustificare,  come  nient'altro, il piede in due scarpe di Battistelli.
Lo faranno? Ne hanno il coraggio? la Forza, la voglia? O preferiranno trascinarsi nella routine che conosciamo per anni ed anni ancora?
 E l'Opera di Roma come potrebbe compensare tale gesto di apertura dell'Accademia? Come restituire la cortesia? Facendo andare Muti a dirigere l'Orchestra dell'Accademia, se mai un giorno tornerà. Intanto ci sono ancora quattro anni pieni prima che Pappano vada via, e forse in questi quattro anni Muti potrebbe tornare. Nel caso in cui non tornasse, come noi crediamo fermamente che non tornerà, Fuortes e Battistelli potrebbero sempre giustificarsi: noi, se fosse tornato, lo avremmo convinto a rendere la cortesia.

Nessun commento:

Posta un commento