giovedì 16 aprile 2015

'Se non vediamo non crediamo' vale anche per i miracoli di Fuortes all'Opera di Roma

Insomma un teatro sull'orlo della chiusura per fallimento , come l'Opera di Roma, che a fine 2013 ha un indebitamento netto di 30 milioni di Euro, che nel 2014 a causa di vari incidenti - non ultimi quelli di Caracalla - perde soldi, che ha fatto la  brutta figura internazionale con il progetto dell'esternalizzazione che ha poi fatto rientrare per non beccarsi anche i fischi,  quello stesso teatro- e cioè l'Opera di Roma - si ritroverebbe, secondo le dichiarazioni di Carlo Fuortes, neo sovrintendente dell'Opera, ormai in piena salute, per effetto del prestito agevolato,  consentitogli dalla legge Bray di 25 milioni, dei quali avrebbe ricevuto finora solo 5 milioni e ne attende altri 15 a breve? Se è così allora facciamolo sovrintendente d'Italia, perchè dove va lui c'è il miracolo del pareggio di bilancio, come è già accaduto a Bari, dove, se le nostre informazioni sono esatte, il Petruzzelli deve ricorrere alla legge Bray perchè si trova nella stessa situazione di Roma. Ma a Bari non c'è stato, fino alla fine del 2013, Carlo Fuortes? Non l'aveva risanato quel teatro, con un'orchestra dallo statuto particolare, il cui peso cadeva tutto sulle spalle dei giovani musicisti?
 Insomma a Roma per Fuortes è tutto risanato. Introiti al botteghino aumentati e pure gli abbonamenti ( per i quali sempre a causa di Caracalla e successivi casini disse che gli abbonamenti erano diminuiti, mentre ora si dicono aumentati) produttività in fortissimo aumento: quest'anno 50 spettacoli  in più ( che vuol dire? recite d'opera? sicuramente no! Concerti? forse qualcuno in più. Varie uscite fuori del Costanzi?  più probabili).
 E gli sponsor, di quelli che facevano la fila davanti alla porta del suo ufficio, e che poi son fuggiti via dopo gli scioperi di Caracalla, cui Fuortes ha imputato la loro fuga? Sponsor di peso - come ad esempio ne hanno Scala e Santa Cecilia - l'Opera di Roma non ne ha, non ne ha avuti neanche ai tempi di Muti ( per il quale consigliamo Fuortes, di non sventolarne più la ridicola  bandiera della 'direzione onoraria a vita', tanto Muti non tornerà; farebbe anche una pessima figura, ritornando, perciò se lo scordi Fuortes, e non la minacci più. pensi piuttosto a trovare un ottimo direttore musicale in sua sostituzione).
Un teatro che si rispetti e che vuole essere rispettato non aspetta l'autunno per annunciare la prossima stagione che inizierà subito dopo. Non ci venga a dire Fuortes che solo ora si è avuta la conferma di Vlad e l'aggiunta di Battistelli. Per la stagione d'opera non serve ricordare che Vlad non è mai uscito da quel teatro, nonostante gli annunci di discontinuità - come si dice, ma nella continuità nel caso in questione - neanche per un minuto, dopo l'uscita di Muti che lo aveva sponsorizzato. E dunque Vlad  con Fuortes all'Opera dal dicembre 2013, ha dovuto necessariamente programmare anche la prossima stagione. Perchè allora non la si annuncia? Forse perchè non è ancora pronta?  O perché fino all'altro ieri non sapeva di quanto disponeva? E tutti i milioni di cui ha parlato anche ieri? Ma allora perchè cantare vittoria quando l'esito della guerra non è ancora chiaro?
 Da Fuortes noi ci aspettiamo che canti vittoria a guerra finita, e la guerra ora è solo cominciata. A chiusura di bilancio, verificata e controllata da una società terza, non bastano i revisori dei conti che fa questo di mestiere - come quella cui fa verificare i bilanci dell'Auditorium - allora gli diremo bravo. Altrimenti se dobbiamo fidarci solo dei proclami - quali sono quelli di oggi - anche De Martino e tanti altri sovrintendenti , compresi quelli che hanno lasciato buchi enormi nei bilanci, erano bravi amministratori.
  Ed allora avrà anche il diritto di  denunciare il calunniatore che  parli di eventuali trucchi di bilancio, esattamente come fece, qualche anno fa all'Auditorium, con  Mollicone, il famosissimo  esponente della giunta Alemanno, ma in quota ad altro capo del partito romano. Per intenderci quello che si oppose alla cittadinanza onoraria romana a Muti il quale quando gli riferirono della cosa, con la sua solita pungente ironia commentò: a Roma non conosco nessun Mollicone, solo Morricone!

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