Dopo aver spiegato Turandot, nella 'sua' (a giudicare dalla sua permanenza, ancora oggi, quasi fosse di sua proprietà) trasmissione 'Petruska', Michele dall'Ongaro intervista Riccardo Chailly, prossimo direttore musicale della Scala, che domani dirigerà Turandot con il finale scritto da Berio, trasmessa in diretta dalla medesima rete Rai.
Illustrando Turandot - la musica dell'opera - dall'Ongaro ha parlato di acciaccature, tritono, accordi dissonanti che a chissà quanti dei 18.000 circa che seguono la trasmissione dicevano qualcosa, con un linguaggio tecnico, per intenditori.
Poi, invece, intervistando Chailly gli domanda se lui ha respirato musica in casa, lui figlio di compositore poi a capo della Scala, ai tempi di Abbado. Insomma non si capisce se dall'Ongaro ha chiaro a quale pubblico si rivolge, se di intenditori per i quali spiega la musica di Turandot. o di amatori che non possono sapere se un giovane che vive in casa di un compositore respiri musica dalla nascita.
Se non è ancora chiaro l'utilizzatore finale della trasmissione, chiarissimo era invece ciò che il sottopancia dei due avrebbe spiegato ai più. Michele dall'Ongaro, presidente, sovrintendente e direttore artistico dell'Accademia di Santa Cecilia intervista Riccardo Chailly, direttore principale del Teatro alla Scala.
O, in alternativa, Michele dall'Ongaro, presidente, sovrintendente, direttore artistico ed accademico di santa Cecilia, intervsita Riccardo Chailly, direttore principale della Scala e accademico di santa Cecilia.
Nel primo caso una collaborazione produttiva fra diverse istituzioni musicali italiane, in assenza di conflitto di interessi. Nel secondo nessuna collaborazione ma qualche conflitto di interessi. Scegliete voi il sottopancia che preferite.
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