mercoledì 8 aprile 2015

Lo Stato non ha più soldi per niente e nessuno, salvo che per i suoi inutili e spesso anche indegni rappresentanti

Alcuni fatti, recenti, ci hanno riempito di gioia, ma nello stesso di tempo di rabbia nei confronti di uno Stato che quando si tratta di spendere per il decoro e l'immagine del paese oltre che per  preservare il suo patrimonio storico e artistico dichiara di non avere un  solo Euro da destinarvi.
A Sansepolcro, urgeva il restauro di una delle più belle, osannate ed ammirate opere d'arte, l'affresco della 'Resurrezione' di Piero della Francesca, conservato nel Museo cittadino. Occorrevano 125.000 Euro. Non ci sbagliamo, avete capito bene. Appena 125.000 Euro, che evidentemente il Comune non aveva. Per fortuna è intervenuto un  finanziatore privato, tale dott. Osti, ex dirigente della Buitoni ed ora cittadino svizzero - il quale  quando ha saputo della cosa, si è ricordato del celebre affresco che conosceva bene, dai tempi in cui lavorava alla Buitoni  nella cittadina toscana, decidendo di legare il suo nome, di ammiratore di Piero, alla celebre opera, alla sua conservazione - che ha dato 100.000 Euro, ai quali il Comune ha aggiunto i 25.000 mancanti, per il restauro. E così l'affresco nel giro di un anno circa tornerà a risplendere.
 A Milano, altri due restauri importanti riguardanti due nostri sommi artisti, De Chirico e Burri, graziati (?) dall'EXPO.
 Verrà ricostruito il 'Teatro continuo' progettato da Burri, e costruito nel Parco Sempione, successivamente abbandonato e  distrutto dai barbari amministratori milanesi dell'epoca, nella ricorrenza del centenario della nascita dell'artista, forse per iniziativa del comitato nazionale per le celebrazioni - del quale finora si ricorda l'uscita del francobollo commemorativo e forse poco altro - per la gioia degli ammiratori di Burri e dei visitatori dell'EXPO.
Come pure il restauro di una celebre fontana, 'I bagni misteriosi', uscita dalla fantasia del De Chirico 'metafisico' e destinata alla Triennale, ridotta male ed ora finalmente restaurata e tornata alla sua primitiva singolarità di forme e colori.
 Ogni volta che si va a bussare alle casse dello Stato per queste necessità, la risposta è sempre che ci sono altre priorità, come quella di continuare a foraggiare tutti i suoi rappresentanti, molti dei quali inutili ed alcuni anche dannosi ed indegni, i cui emolumenti non si possono toccare e nessuno tocca, nonostante promesse e rassicurazioni continue. Da quei soldi, in molti casi, letteralmente buttati, non si possono attingere risorse per cose più utili e redditizie anche agli occhi del mondo.
Evidentemente alla nostra storia chi ci governa, non tiene molto. Come dimostrano piccoli importanti fatti: Renzi, dacchè è premier, non ha trovato un attimo di tempo per andare a rendersi conto di persona dello stato  miserevole in cui versa ancora oggi, sei anni dopo il tragico terremoto, la  bellissima monumentale città dell'Aquila.
E del resto anche Ornaghi, crediamo fosse lui, all'indomani del terremoto in Emilia, saputo dei problemi recati al Palazzo Ducale di Mantova,  non ritenne ovvio e naturale oltre che doveroso, recarsi a visitare quell'unicum rappresentato dal Palazzo mantovano.  Infine, Bray, è il ministro al quale la dirigenza della Scala, Lissner, rimproverò di non essersi mai recato in visita ad una delle massime glorie del paese, qual è il teatro milanese.
Come si può pretendere,  di conseguenza, da tali  politici analfabeti ed insensibili, che poi trovino somme, anche esigue, per provvedere al mantenimento di memorie straordinarie di cui essi stessi non ne riconoscono l'importanza?

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