A Luninec che dista dal confine ucraino appena 65 km, sono in corso da lunedì manovre russe con armi nucleari tattiche. Per sincerarsi che il meccanismo non si inceppi, Putin è volato a Minsk da Lukashenko. Il presidente russo non vorrebbe una guerra eterna e lancia la proposta di un cessate il fuoco negoziato. Poi smentisce, valuta con Lukashenko gli scenari di un conflitto nucleare, e si appresta a incontrare Kim a Pyongyang per ottenere una nuova fornitura di missili R-73. Lo show dello zar di Mosca non spiazza l'Occidente, che da Stresa, dove è in corso il G7 economico, ha trovato un accordo di massima, da ridiscutere nei dettagli, sulla proposta Usa di utilizzare i profitti di circa 300 miliardi di dollari di beni russi congelati per concedere un prestito all'Ucraina.
Fonti vicine al Cremlino raccontavano ieri mattina di un Putin disposto a fermare la guerra con un cessate il fuoco negoziato che riconoscesse le attuali linee del campo di battaglia. Il presidente russo però è arrivato a smentire persino il suo portavoce Peskov, che aveva parlato di «apertura al dialogo» e di «stop a una guerra all'infinito». Per Putin il negoziato per la fine del conflitto è possibile solo sulla base della Bozza di Istanbul. Il documento, sottoscritto nel marzo 2022, prevede la messa a punto di meccanismi per la sicurezza dell'Ucraina con garanzie fornite da diversi Paesi, e ipotizza che i negoziati sul futuro di Crimea e Donbass possano durare fino a 15 anni. «Le alternative alla bozza non ci interessano - spiega Putin - inoltre la legittimità di Zelensky si è conclusa il 20 maggio. Senza elezioni, non può più essere considerato il nostro interlocutore».
A Minsk, assieme a Lukashenko e al nuovo ministro della Difesa Belusov, ha benedetto le manovre in corso a Luninec, rivelando che sono iniziate in contemporanea anche nelle 4 regioni ucraine annesse (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia). Lukashenko da parte sua ha prima incolpato gli Usa per la morte di Raisi, e con lo stesso piglio ha cercato di tranquillizzare l'Occidente, riferendo che le armi «sono difensive e rappresentano uno strumento di deterrenza contro possibili aggressioni». La tensione è palpabile, e raggiunge picchi elevati con Orban che disegna scenari apocalittici: «Bruxelles e Washington stanno creando l'atmosfera per l'entrata in guerra dell'Europa. L'Ue ha creato gruppi di lavoro su come la Nato possa partecipare al conflitto». In realtà l'Occidente si limita a fornire armi, tant'è che il 27 e 28 maggio i ministri di Esteri e Difesa dei 27 Paesi dell'Ue discuteranno di una nuova fornitura di assistenza militare. Per Politico gli Usa annunceranno altri 275 milioni in armi per Kiev.
In questa fase l'unica vera escalation potrebbe essere alimentata dall'utilizzo ucraino di armi Usa su territori russi o rivendicati da Mosca. Ieri missili Atacms hanno colpito un centro di comunicazione di difesa aerea ad Alushta, e il ministro Lavrov ha ribadito che di questo passo «diventeranno legittimi obiettivi Nato fuori dai nostri confini». Intanto missili russi su Kharkiv hanno provocato 7 morti.
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