venerdì 31 maggio 2024

Tre donne plasmeranno l'Europa futura, secondo l'Economist ( da Il Giornale, di Pier Francesco Borgia)

 


L'Economist incorona Meloni: "Tre donne plasmeranno l'Ue"

A dare forma alla prossima Europa ci penseranno tre donne. Parola di The Economist. Per il settimanale britannico saranno Ursula von der Leyen, Marine Le Pen e la nostra Giorgia Meloni a dare le carte sul tavolo verde di Bruxelles. Per ragioni e per qualità differenti.

Dell'attuale presidente della Commissione il giornale britannico elogia la duttilità nel suo governare una maggioranza eterogenea, pur riconoscendo che la rielezione è appesa a un filo. Poi c'è Giorgia Meloni. Il settimanale britannico ne esalta il ruolo. Perché proprio la sempre più risicata «maggioranza Ursula» può fare della leader di Fratelli d'Italia il vero asso nella manica della futura maggioranza e della stabilità europea.

Per prima cosa, sottolinea The Economist, la Meloni deve resistere alla tentazione di apparentarsi con Marine Le Pen, il cui Rassemblement national rischia di vincere le prossime elezioni in Franca e, nell'immediato futuro, ottenere un ragguardevole risultato al voto europeo. Non si tratta, tuttavia, di una questione puramente politica. Per il giornale britannico in gioco non è la vittoria dei moderati e dei conservatori «presentabili» al parlamento di Strasburgo. In gioco c'è molto di più. E infatti queste tre donne (Le Pen compresa) sono chiamate a tenere la scena in un momento tra i più difficili della storia del continente dal secondo dopoguerra. Non soltanto per la guerra in Ucraina e per la minaccia rappresentata dalla Russia, ma per l'instabilità dei mercati condizionati pesantemente dai protezionismi dei nostri concorrenti.

Von der Leyen e Meloni hanno sicuramente le qualità necessarie per prendere il toro per le corna. E hanno già dimostrato, con la crisi dei flussi migratori incontrollati dal Nord Africa di saper fare un buon gioco di squadra. «La signora »Meloni sicuramente ha opinioni e qualità discutibili. Purtuttavia - scrive il giornale inglese - sarebbe miope per chiunque rinunciare alla sua collaborazione». Insomma il «fattore-Meloni» potrebbe essere quello dominante nel prossimo governo dell'Unione europea. E proprio sulla questione dell'Ucraina The Economist ricorda che, a differenza di alcuni suoi alleati e di alcuni partiti dell'opposizione, la posizione della Meloni in difesa di Kiev è sempre stata granitica: un esempio per tutti, non solo in Italia.

L'instabilità dello scenario internazionale, la presenza di due conflitti a poca distanza dal centro dell'Europa e la conseguente instabilità dei mercati rende problematico lasciar gestire la Ue a partiti populisti. Secondo il giornale britannico Meloni e von der Leyen hanno i numeri per riuscire a governare da un lato la matassa imbrogliata dell'instabilità internazionale e dall'altro di fare da argine alla montante marea populista. «La questione non è più se i populisti possano o no essere tenuti a bada - conclude il giornale inglese -. La questione è come gestire la loro crescita La Meloni per adesso nasconde le sue carte ma sarebbe davvero strano che qualcuno come lei più attenta alla concretezza che agli atteggiamenti si autoconfinasse ai margini dell'Europa che conta». D'altronde la stessa Meloni ha detto appena due giorni fa nel corso di una vide-intervista che non vuole un'Europa più debole. «L'Europa che si occupa di tutto finisce per occuparsi di niente - spiega -. Semmai serve un'Europa più forte concentrata sui grandi temi della difesa comune, gli approvvigionamenti energetici, il mercato interno e il controllo dei flussi migratori».

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