L'attivismo politico-istituzionale di Giorgia Meloni di questi ultimi giorni non è stata particolarmente gradita dal mondo della sinistra, presa di mira dalla premier in alcune delle sue ultime uscite pubbliche in vista delle fasi conclusive della campagna elettorale per l'appuntamento europeo. Tra i vari esponenti più o meno autorevoli che hanno veementemente contestato le frasi del presidente del Consiglio contro le opposizioni - come l'attacco a Elly Schlein sulle libertà limitate in passato dalla coalizione di cui fa parte la stessa segretaria nazionale del Partito Democratico - è intervenuto recentemente in televisione anche Fausto Bertinotti.
Il contesto è quello di La7, emittente tv che (tramite i suoi conduttori più noti) si è detta "sdegnata" per la battuta ironica della Meloni rivolgendosi ai telespettatori della rete di Urbano Cairo, di cui è ormai praticamente di casa l'ex storico leader di Rifondazione Comunista. Come spesso accade, infatti, Bertinotti è stato ospite del programma pomeridiano "Tagadà" nel ruolo di opinionista sull'attualità politica; un po' come gli ex giocatori chiamati a esprimere un giudizio su una partita di calcio. Ed è qua che la "vecchia gloria" della sinistra (che fu) ha avuto modo di potere dire la sua su quello che è stato l'ultimo finesettimana in termini dialettici tra le varie formazioni che si presentano alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno.
Tiziana Panella, presentatrice del talk-show quotidiano, gli mostra un passaggio del video social del capo del governo - in occasione della sua rubrica "Gli appunti di Giorgia" poi ribattezzata sarcasticamente "TeleMeloni - nel quale la leader di Fratelli d'Italia ha etichettato come "fake news" l'accusa mossa dal campo largo sulla presunta occupazione del centrodestra della Rai: "La sinistra, essendo abituata a occupare la televisione, pensa che gli altri siano come lei - aveva sostenuto la premier un paio di giorni fa -. Ma poiché noi siamo molto e orgogliosamente diversi dalla sinistra, abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano".
Appena rientrati in studio, l'ex presidente della Camera dei Deputati prende immediatamente la parole per replicare a questo discorso. "Ma ci sarà qualcuno che le toglie questa ossessione della sinistra, che peraltro non è nemmeno così tanto presente?", si chiede retoricamente Bertinotti prima di affondare il colpo: "È proprio un'ossessione, è una malattia. Il presidente del Consiglio dovrebbe curarsi". Proprio colui che ebbe modo di guidare Meloni tra le istituzioni tra il 2006 e il 2008 (l'attuale prima ministra era stata vicepresidente di Montecitorio sotto la reggenza di Bertinotti) prosegue nel suo giudizio sprezzante: "Tra l'altro non l'ha sempre avuta (la malattia, ndr). Ma lei ha scelto di essere il capo dell'opposizione all'opposizione e lei aggredisce questa posizione". Infine, il "consiglio" a chi le è più vicino di aiutarla in questa sorta di guarigione. Parola di Bertinotti.
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