giovedì 30 maggio 2024

Elaborazione dati Auditel della TV IN ITALIA. Per Rai 2 e Rai 3 stagione nera. Intanto il TG 2 cambia studio e sigla (Il Sole 24 Ore, di Andrea Biondi)

 


Tv, stagione nera per Rai 3 e Rai 2

A voler tirare le somme della stagione televisiva 2023-2024, che sabato prossimo chiuderà i battenti, i dati finiscono per registrare appieno lo scossone seguito ai movimenti di talent da una rete all’altra. E la Rai 3 orfana di Fabio Fazio e Bianca Berlinguer in prima serata non può che mettere agli atti il sorpasso da parte di Italia 1 diventata terza rete (con Rai 3 quarta), così come Rai 2, sempre in prime time, si vede sorpassata da La7 (diventata quinta rete con Rai 2 sesta).

È agrodolce per la Tv pubblica – che comunque si gode il primato di Rai 1 come canale più visto e il suo essere editore leader in prima serata – il retrogusto dei dati sugli ascolti della stagione televisiva che sta per chiudersi, stando ai dati Auditel elaborati per Il Sole 24 Ore dallo Studio Frasi.

Numeri dai quali, in generale, traspare, anche se meno di quanto ci si potesse aspettare, il trend di cambiamento delle abitudini di consumo del mezzo televisivo da parte degli utenti. Gli spettatori complessivi rimangono, infatti, sopra i 20 milioni medi in prima serata e sopra gli otto milioni nella media dell’intera giornata, con un calo di presenze inferiore all’uno per cento rispetto alla stagione precedente. Il consumo extra di televisione, il cosiddetto “non riconosciuto” che comprende streaming, ma anche gaming e piattaforme web (alla Youtube per intendersi) sale, dall’altra parte, meno delle attese e raggiunge il +2% in prime time e il +3% nel giorno medio.

«In sintesi – spiega Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi – i pubblici televisivi sono aumentati e ringiovaniti grazie alle piattaforme. L’età media della Tv tradizionale rimane infatti a sessant’anni, ma è di 42 anni sul “non riconosciuto”». In questo quadro, ricorda sempre Siliato, «il Contratto di servizio 2023-2028 assegna al servizio pubblico il difficile compito di ringiovanirsi e di diventare una Digital media company. È un obiettivo ambizioso perché oggi le persone che seguono la Rai hanno un’età media di 64 anni, contro i 58 dei pubblici Mediaset, i 55 anni di chi segue Sky e i 53 anni di chi segue i canali di Warner Bros. Discovery».

È sempre il contratto di servizio Rai al comma 10 dell’articolo 15 a riportare che «in coerenza con l’obiettivo di facilitare l’introduzione di nuovi servizi di distribuzione televisiva rivolti all’utenza mobile e nomadica, la Rai sperimenterà lo standard 5G broadcast, con particolare riguardo alla copertura di aree metropolitane ad alto traffico IP». Insomma, segnale 5G anche per favorire la visione sui device sui quali, almeno stando alle abitudini dei più giovani, potrebbe spostarsi il consumo di Tv.

Se ne parlerà non prima del 2026. Il presente è invece fatto di dati che consegnano agli atti una stagione televisiva che vede Mediaset aggiudicarsi il primato complessivo dell’intera giornata (37,69% di share; -0,72%) davanti alla Rai (36,91% di share; -4,7%). Va detto – e l’argomento è usatissimo da Viale Mazzini – che nel primo caso i canali compresi nel novero sono 16, mentre per la Rai sono 13. Ma così era anche lo scorso anno quando il servizio pubblico prevaleva.

Prendendo i soli generalisti nel giorno medio Rai è quindi prima (30,6%) anche se in calo del 4,9% e Mediaset segue (26,5%; -1,4%). Le reti digitali del Biscione sono così all’11,17% di share (+0,84%), seguite da Warner Bros. Discovery (8,86% di share; +13,76%); Sky (7,25% di share; +2,81%); digitali Rai (6,32% di share; -4,02%) e La7 (4,15% di share; +4,5%). In prime time l’editore leader è Rai (37,62% di share; -4,8%), seguito da Mediaset (36,83%; -3,24%); Warner Bros. Discovery (8,67% di share e boom del +22,3%); Sky (7,3%; +0,94%); La7 (5,92% e +14,48%). Spostando il discorso sulle reti, in prima serata (la fascia nobile, anche per gli investimenti pubblicitari), svuotata di importanti punti di forza Rai 3 perde tra una stagione e l’altra il 19,8% del proprio pubblico e registra il peggior calo d’ascolto di tutte le reti (-277mila spettatori). Rai 2 (-84mila persone) vede il proprio pubblico scemare dell’8,7% con calo di quota secondo solo a quanto di Rai 3. Anche Canale 5 perde spettatori e Rai 1 invece ne guadagna. Alla fine (si veda anche grafico in alto) a primeggiare è Rai1 (4,44 milioni di audience media; +1,19%) seguita da Canale 5 (3,18 milioni; -6,63%); Italia 1 (1,21 milioni; +5,74%); Rai 3 (1,12 milioni; -19,84%); La7 (1,09 milioni; +14,32%); Rai 2 (877mila; -8,74%); Rete 4 (866mila; -2%); Nove (670mila; +49,04%); Tv8 (490mila; -3%) e Iris (351mila; -11,13%) del gruppo Mediaset a chiudere la top ten.

Infine sul fronte digitale le elaborazioni dello Studio Frasi assegnano a Mediaset il 37,9% del tempo speso e il 48,8% delle connessioni sui loro canali. Il servizio pubblico registra il 30,7% di tempo e il 18,5% di connessioni.

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