Replica e contro-replica. E attacco a Elly Schlein. Giorgia Meloni torna sulla “trappola” tesa ieri a Caivano a Vincenzo De Luca, che a febbraio l’aveva insultata dandole della “str...”, e a cui la premier ieri si è presentata così: “Sono quella str...della Meloni”. Tutto ripreso dallo staff di Palazzo Chigi e poi rilanciato sui social. De Luca è intervenuto sul tema stamattina, sostenendo di non avere sentito l’epiteto, per poi commentare: “Raffinata eleganza, Meloni ha comunicato la sua nuova e vera identità. Non possiamo che concordare”.
“Quando Vincenzo De Luca mi insulta – è la versione fornita nel pomeriggio dalla presidente del Consiglio - lancia il messaggio che le donne si possono insultare perché sono deboli. Non siamo deboli, a essere deboli sono i bulli, perché come si è visto sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle ma quando li affronti non li fanno più i gradassi. Le donne non devono più subire, mi aspetto di sentire una parola dalle femministe”. La tesi della leader di FdI è questa: “Io sono stata insultata e mi sono difesa. La sinistra italiana, che allora non ha detto mezza parola e adesso si straccia le vesti, si dovrebbe vergognare”. Poi l’inquilina di Palazzo Chigi chiama in causa direttamente la leader del Pd, Schlein (con cui De Luca non è mai stato morbido, anzi), perché “colpevole” di non averle espresso solidarietà: “Mi spiace che Schlein abbia perso ancora l’occasione di dimostrare di essere il cambiamento che aveva promesso. Ieri ha avuto il coraggio di commentare quello che ho detto io. Ma continuo a tifare che Schlein tiri fuori il coraggio che la gente si attende da lei come leader e donna”. Schlein in realtà aveva affrontato l’argomento stamattina, su La7: “Il saluto credo che si descriva da solo. Ci sembrano tutti diversivi perché il governo non è riuscito a cambiare le condizioni di vita degli italiani”. Dopo le esternazioni di Meloni, la segretaria del Pd ha risposto da Cagliari: “Meloni si rivolge a me dicendo 'è finito il tempo in cui le donne devono subire'. Come non essere d'accordo. Peccato che le donne subiscano ogni giorno le scelte del suo governo e della sua maggioranza. Dagli anti-abortisti nei consultori ai tagli al welfare, le donne non se ne fanno nulla delle sue ripicche personali".
Meloni, ospite del Corriere Tv, ha affrontato anche i dossier nazionali e internazionali. A cominciare dalla riforma della giustizia approvata oggi in Cdm. L’Anm parla di riforma punitiva. “Ma di cosa dovrei vendicarmi con i magistrati? – replica la premier - Uno si vendica di un nemico, io non considero la magistratura un nemico. E chiedo a chi ha fatto questa dichiarazione se pensa che chi governa sia un nemico”. Altra riforma che ha attirato molte critiche è il premierato. Per Meloni “risolverebbe una falla nel sistema”, perché il presidente della Repubblica oggi sarebbe “costretto a un ruolo di supplenza e comunque deve schierarsi”. Ma per Meloni la modifica della Costituzione presentata dalla destra non annullerebbe “il suo ruolo di garante della Costituzione”. La leader di FdI è tornata anche sulla lotta all’evasione. Il “pizzo di Stato”, come l’aveva definita in un comizio. Qui il registro sembra un po’ cambiato: “Non ho mai detto che c'è un'evasione intollerabile e un'evasione tollerabile. Per me l'evasione è tutta intollerabile e il governo la persegue tutta e mi pare che questo sia dimostrato non dalle mie parole, ma dai fatti”.
La premier ha parlato anche delle Europee, confermando le aperture a una collaborazione col Rassemblement National. “Marine Le Pen sta facendo un percorso interessante e già in questa legislatura ci sono stati momenti in cui ci siamo trovati sullo stesso fronte”. Lo stesso ragionamento, per Meloni, vale per Orbàn: “Io in Europa dialogo con tutti, l’Ue non è un salotto radical chic”. Quanto al feeling con Ursula von der Leyen, Meloni è sembrata sulla difensiva: “Non è che io faccio la cheerleader. Io sto dalla parte dell'Italia. Faccio il presidente del Consiglio, von der Leyen era presidente della Commissione europea e il mio lavoro era quello di far cambiare” la posizione dell'Europa “su alcune cose che non condividevo”. Ora “lavoro per costruire una maggioranza alternativa alla sinistra”.
Sulla guerra in Ucraina, per Meloni “non è necessario” fornire a Kiev armi in grado di colpire le basi russe da cui partono gli attacchi. “È meglio rafforzare la capacità di dotare l'Ucraina di sistemi efficaci di difesa anti-area, un lavoro fatto anche dall'Italia con i Samp-T, senza rischiare un'escalation fuori controllo”.
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