venerdì 5 gennaio 2024

Governo Meloni: privatizzare tutto il possibile (per fare cassa). Anche le cosiddette aziende 'strategiche'. E l'orgoglio italiano? ( da Il Sole 24 Ore)

 

Privatizzazioni, dalle Poste alle Ferrovie: cosa potrebbe cambiare
Privatizzazioni, dalle Poste alle Ferrovie: cosa potrebbe cambiare

Tagli alla spesa, e non più tasse, per trovare le risorse per confermare le misure previste dalla legge di Bilancio appena approvata anche nell’anno successivo, ma per parlare di correzioni in corso d’opera è ancora presto. La manovra è appena stata archiviata ma per la premier Giorgia Meloni, impegnata a rispondere alle domande dei giornalisti nella conferenza di fine anno slittata a quello nuovo, è già tempo di pensare alla prossima.

Alle porte c’è il nuovo Patto di stabilità, che avrà effetto dal 2025 uno scenario economico incerto, con le previsioni sulla crescita più volte riviste al ribasso. Soprattutto, c’è la consapevolezza che pesa come un macigno di non poter più ricorrere all’extradeficit, come fatto anche quest’anno. E dunque, per reperire le risorse restano due strade, aumentare le tasse o tagliare la spesa, e «tra le due preferisco tagliare la spesa», taglia corto Meloni. Anzi, sulla spending review si potrà fare «un lavoro più preciso», il tempo di questo anno «fornisce l’occasione».

Tra i dossier sul tavolo di un governo a caccia di risorse c’è quello delle privatizzazioni. Nella Nadef dello scorso settembre si stima di ricavarne 20 miliardi in tre anni. «L’impostazione del governo è lontana anni luce dal passato, quando erano regali milionari a fortunati imprenditori ben inseriti», assicura Meloni, «la mia idea è ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e riaffermarla dove lo è. Questo riguarda il tema della riduzione di quote di partecipazione statale che non riduce controllo pubblico, e questo potrebbe essere il caso di Poste, mentre penso ci sia la possibilità di fare entrare i privati in società dove c’è il totale controllo pubblico come in Ferrovie».

La tempistica «soprattutto su Ferrovie richiede una serie di passaggi abbastanza lunghi, non dipende solo da me. Intanto abbiamo dato un bel segnale per Mps, alcune risorse sono rientrate. Lo Stato deve controllare quello che è strategico ma questo non vuol dire non aprirsi al mercato». Quanto alle pensioni è un tema che va affrontato «in maniera più organica» di quanto fatto finora, «con le parti sociali, se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Ma sono fiera del lavoro sulle pensioni dei giovani, perché c’è un gap di garanzie tra chi va in pensione oggi e chi ci andrà tra 20-30 anni, abbiamo cominciato a mettere qualche paletto».

Resta da vedere quale sarà il quadro economico in cui muoversi nei prossimi mesi, «la crescita italiana è comunque stimata superiore alla media Ue, confido che si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse». Sulla possibilità di una manovra correttiva in corso d’anno la premier rimane sul vago («mi pare molto presto per parlarne») ma «manterremo sempre aperto il nostro osservatorio, in corsa si valuterà che cosa si dovrà fare, sulla base di quello che accadrà. Dobbiamo cercare di guardare più le luci che le ombre, dalla nostra economia vediamo qualche segnale incoraggiante, ho detto della crescita, la Borsa italiana ha fatto la migliore performance del mondo, lo spread è stabilmente sotto i 160 punti, i dati sull’occupazione, sono segnali incoraggianti».

Sulla concorrenza, invece, l’appello del presidente della Repubblica sul commercio ambulante «non rimarrà inascoltato», assicura, «ne discuteremo con i partiti di maggioranza e i ministri competenti». Mentre sui balneari «il governo ha fatto la mappatura delle nostre coste» e «l’obiettivo è una norma di riordino per rimettere ordine alla giungla dei pronunciamenti attraverso un confronto con la Commissione Ue per evitare la procedura di infrazione e dare certezze agli operatori. Sarà oggetto del lavoro delle prossime settimane».

Per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani la direzione è quella giusta. «È importante che Forza Italia sia al governo, perché il tema della riduzione della pressione fiscale, del risanamento dei conti pubblici è un tema sul quale Forza Italia si è sempre impegnata. Berlusconi ne ha fatto un cavallo di battaglia e sono soddisfatto che anche il presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa di oggi abbia toccato questi temi. Penso anche a quello delle privatizzazioni. Sono temi particolarmente a cuore a Fi».

Nessun commento:

Posta un commento