venerdì 15 dicembre 2023

Il Chirurgo del Papa, prof. Alfieri si difende dalle accuse ( Rai News)

 Il chirurgo di Papa Francesco, Sergio Alfieri, è finito nel registro degli indagati della Procura di Roma con l'accusa di falso in atto pubblico: avrebbe firmato il registro degli interventi operatori ma in molti casi non era lui a operare quei pazienti. Il tutto al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, l'ospedale più noto a tutti come quello del Papa. Lo riporta La Stampa


Secondo il quotidiano di Torino all'origine dell'inchiesta  un esposto del 9 febbraio scorso consegnato ai vertici investigativi del Nas che dà voce ai malumori in sala di attesa: Alfieri firma le operazioni di più pazienti negli stessi orari.  

Sulla scorta di quelle indicazioni, il Nas ha acquisito dalla direzione sanitaria decine di cartelle cliniche e altrettanti faldoni sia cartacei sia digitali. Tutta la ricostruzione parte da luglio 2022 e l'ipotesi su cui si indaga è quella di un collaudato sistema che grazie all'alternanza delle firme nel registro operatorio permettesse al chirurgo di fare più interventi in regime privato.

A quanto riporta la Stampa sarebbero state scoperte date in cui Alfieri risultava in sala operatoria ma in realtà era presente a convegni e riunioni interne del Gemelli.

"Sono molto sereno". È l'unico commento del professor Sergio Alfieri, chirurgo del policlinico Agostino Gemelli, e nello staff medico di papa Francesco, sentito dall'Ansa dopo la pubblicazione della notizia dell'indagine a suo carico oggi sulla Stampa. Il professore non ha voluto dire di più e non è entrato nel merito dei contenuti dell'articolo di prima pagina. Anche alla domanda se si senta sotto attacco, ha reagito con un secco no comment.


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Mettere il naso nelle attività dei primari ospedalieri non è peccato mortale, nè lesa maestà, e perciò non è vietato, anche quando, come nel nostro caso, si tratta di un bravissimo professionista alle cui cure chirurgiche si è affidato anche Papa Francesco.

 Tutti possono sbagliare. E' umano, del resto. Ma certo malcostume, se individuato, va sanzionato a estirpato alla radice, senza riguardo e sconti per nessuno.

 Del resto, in linea generale, basta mettere piede in un ospedale, anche in quelli più rinomati ed eccellenti, per rendersi conto che molte cose non vanno. La prima di tutte la doppia attività di medici rinomati, cosiddetta 'intra moenia' che fa comodo ai medici ed anche agli ospedali, nei quali lavorano. Ma così facendo le 'vergognosissime' liste di attesa, ben lungi dall'esaurirsi e scomparire, resistono e resisteranno. ancora a lungo.

 Tanto che nello stesso ospedale  (non parliamo delle cliniche private nelle quali svolgono una seconda o terza attività 'esterna) alla richiesta di essere operato da un determinato sanitario  viene solitamente risposto: "si metta in lista di attesa, anche di mesi, sperando che quando sarà il suo turno l'équipe medica comprenda anche il sanitario indicato (anche con la tecnica appena denunciata!!!); se invece paga la tale somma ( sostanziosa, da clinica privata), in ospedale, è chiaro, la opera  presto il sanitario indicato. 

Non è il caso per il quale è indagato il prof. Alfieri , ma..

la sua autodifesa in tv,  di poche parole, è stata: io lavoro 14 ore al giorno con  la mia équipe; intervengo nella parte centrale degli interventi, il resto lo fanno i miei collaboratori; altrimenti come potrei soddisfare tutti coloro che richiedono le mie cure?" 

Appunto, anche questo dice l'accusa che lo riguarda. Così facendo lui ne può operare anche 10 al giorno, ricevendone vantaggi economici lui e l'ospedale. Il Gemelli non si chiami fuori. Figurati se l'ospedale non è al corrente di questa prassi, redditizia pe entrambi.

                                                                           (Pietro Acquafredda)

 

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