Il presidente Donald Trump taglia i fondi Usa all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), perché troppo filo-cinese. La ritorsione era nell'aria da tempo, dopo che tra l'agenzia sanitaria collegata all'Onu e la Casa Bianca si erano moltiplicate le tensioni. Trump ha accusato l'Oms di una gestione disastrosa della pandemia. In particolare non ha perdonato all'agenzia multilaterale di averlo attaccato quando mise un divieto sugli ingressi di viaggiatori dalla Cina.
"Tutti sanno quello che sta succedendo là dentro - ha detto riferendosi all'Oms - e la disastrosa decisione di opporsi alle restrizioni di viaggio dalla Cina". Sotto accusa per le sue sottovalutazioni iniziali sulla pandemia, criticato da molti governatori di Stati Usa per le promesse di aiuti federali che non arrivano, Trump si è sempre vantato di aver agito prima di altri nel vietare gli ingressi di viaggiatori dalla Cina. Anche l'Italia fu tra i primi paesi a varare quel genere di restrizioni, e inizialmente venne criticata dall'Oms.
I media americani, anche quelli più progressisti e critici nei confronti di Trump, non sono stati teneri nei confronti dell'Oms. Più volte è stato sottolineato che l'organizzazione internazionale attese un mese prima di dichiarare una pandemia. Il suo direttore generale si recò a Pechino ad omaggiare Xi Jinping, tacendo sui silenzi e le censure iniziali con cui il governo cinese nascose al mondo l'epidemia.
E' stato anche osservato come l'influenza cinese sia aumentata all'interno dell'Oms - e di altre agenzie Onu - benché gli Stati Uniti rimangano il finanziatore numero uno. Tuttavia molti osservatori americani indipendenti, per esempio il filantropo Bill Gates, sostengono che una delle lezioni di questa pandemia dovrebbe essere un rafforzamento della cooperazione internazionale.
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