"Abbiamo querelato il Ministero per la direttiva ad navem". Lo annuncia Alessandro Metz, armatore della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea, riferendosi alla circolare, inviata a metà aprile dal Viminale, che disponeva di "vigilare affinché il comandante e la proprietà della nave Mare Jonio" si attenessero alle "vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati" per questa attività.
Nella direttiva il ministro sottolineava come questa attività "può determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica, in quanto trattasi della totalità dei cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base della rispettive dichiarazioni". La denuncia-querela è stata presentata da Metz alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. "Siamo contenti se si aprirà l'inchiesta perché ci permetterà di andare a fondo nella situazione. Con questa querela, se il ministro deciderà di non scappare dal processo, si potrà determinare se la direttiva corrisponde al vero. È un'opportunità che diamo al ministro", ha spiegato Metz.
Intanto la nave Mar Jonio è salpata da Marsala (Trapani) per una missione di monitoraggio. La navigazione, ha spiegato via Skype in capo missione Giuseppe Caccia, durerà circa una ventina di ore, verso la zona Sar al largo della Libia, da dove era arrivato ieri un Sos relativo a un barcone a bordo del quale si trovano 20 migranti. "La responsabilità di salvarli è delle autorità maltesi e italiane" dichiara Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea. Secondo quanto riferito anche dal responsabile della missione, Giuseppe Caccia, "l'allerta per il salvataggio di queste 20 persone è stato diramato dalle autorità italiane", ma "non ci sono più notizie di questa imbarcazione dal tardo pomeriggio di ieri".
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