martedì 7 maggio 2019

Della prossima stagione musicale dell'Accademia di Santa Cecilia e di Pappano...tutta routine e nessuna novità

"La ricerca di un pubblico più importante nel senso della sfida sui repertori, è necessario un cambio di passo. Poi deve essere sviluppato il rapporto con la città. Dobbiamo fare parte dell'identità di Roma. Lo so che non è Milano e qui è più difficile, ma ci dobbiamo provare. Bisogna investire di più nel marketing, vendere un prodotto che cresce. Cominceremo col fare una campagna promozionale con la foto dell'Orchestra davanti al Colosseo".

Quando abbiamo letto queste dichiarazioni di Pappano, da Mosca,  marzo scorso, raccolte da Valerio Cappelli (Corriere della Sera), le abbiamo intese come le condizioni - già in discussione - per la sua permanenza a Roma, anche dopo il 2021, quando scadrà il suo contratto. Condizioni che starebbe pattuendo con dall'Ongaro che a alla fine di quest'anno gli Accademici potrebbero mandare a casa - come noi caldamente ci auguriamo- non rinnovandogli l'incarico.  E allora?

Comunque vadano le cose - e cioè se dall'Ongaro resta o meno, se Pappano decide o meno di lasciare Roma - tolta quella riflessione sul 'marketing', che ci sembra sinceramente ingenua( un'americanata!), Pappano comincia forse a sentire gli effetti di una routine, per quanto di classe, e vuole  per l'Orchestra cambiamenti. Dunque se Pappano ne parla vorrà anche dire che anche in Accademia se ne parla e,  di conseguenza, i primi riflessi sulle stagioni, già da quella appena presentata, dovrebbero manifestarsi. 

E allora quante e quali novità  nella stagione presentata ieri, nella quale la novità più evidente è lo stop alle tournée, che nella stagione in corso sono state numerose ed in ogni parte del mondo?

La novità più evidente  della prossima stagione è proprio l'assenza di qualunque novità. Sotto ogni aspetto, a cominciare dagli interpreti, e finire al repertorio.

Pappano dirige sette programmi ( forse qualcuno in  meno rispetto alle stagioni precedenti, quando c'erano anche le tournée), il suo 'vice, Franck, tre;  un programma ciascuno: Gatti, Chung, Gergiev, Dudamel, Honeck e  poi Noseda, Mariotti, Manacorda - gli unici italiani, di seconda o terza fila, alcuni per la prima volta a Roma - ai quali se ne aggiungono altri due ( Antonini, Sardelli) per continuare progetti avviati nelle stagioni passate : Haydn,Vivaldi.

 Assieme a questi, un esercito di stranieri, quasi tutti con incarichi stabili all'estero, anche giovani,  i cui nomi ci fa fatica perfino trascrivere oltre che pronunciare, alcuni dei quali si sono già ascoltati a Roma. Forse una novità, l'unica rilevante in fatto di direttori, potrebbe essere il debutto romano di Susanna Malkki.

Passando al repertorio, anche lì non c'è traccia di novità: un pò di Berlioz ( Messa dei morti, per l'inaugurazione, cui farà da pendant la Messa da requiem di Verdi, sua diretta discendente - come ha scritto giorni fa Paolo Isotta, commemorando il 150° dalla morte del grande musicista francese; e la Sinfonia Fantastica); e poi Schumann (Sinfonie nn. 1,2, 3); Schubert (Sinfonie nn.2,4); Ciaikovskij (Sinfonie nn. 3,5); Mendelssohn (Sinfonie nn.3,4), Dvorak (Sinfonie nn.6,9); Brahms (Sinfonie nn.1,3); Mahler ( Sinfonie nn.1,3). Beethoven, neanche una sinfonia. Alle Passioni di Bach, è stata preferita la Buddha Passion di Tan Dun.
 Per i Concerti con orchestra: Beethoven ( Concerto per violino, Concerto 'Imperatore'); Ciaikovskij ( Concerto per pianoforte n.1); Chopin ( Concerto per pianoforte n.1, con Martha Argerich)

Perciò novità nessuna e routine tanta nella stagione sinfonica, come anche nella cameristica, affidata praticamente tutta a pianisti: Pollini, Sokolov, Lugansky, Kissin, Pogorelich, Rana, Lucchesini,Volodos; e dove c'è anche da segnalare la 'doppia' presenza di Brunello, per Bach (suonerà anche  alcune opere per violino con  il violoncello 'piccolo'); e di Kavakos - presenza fissa e multipla ogni anno nella stagioni ceciliane - che intraprende con Enrico Pace, l'esecuzione delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven.

Come si vede le novità sono infinite - cioè, nessuna novità - e riguardano l'intera programmazione dell'Orchestra dell'Accademia. Sono le novità cui faceva cenno anche Pappano nella sua chiacchierata con Cappelli da Mosca, non più tardi di un mese fa?


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