Dalla sua scuola tv sono usciti anche la Gabanelli e Giletti, e tanto basta per far dir a tutti che Giovanni Minoli è quel che si dice un 'bravo maestro', senza ironia. Ed ora, proprio perchè considerato il vero inventore delle interviste in tv, da quelle con la 'faccia cattiva', a quelle 'a schiena dritta', fino a quelle 'in ginocchio' (quelle, come tutti ricordano,vergognose con Bettino Craxi che Minoli, nel caso della lunga intervista rilasciata al 'Sette' del 'circuito Cairo', non ha rammentato) detta le regole del bravo intervistatore, o dell'intervistatore di successo, se si preferisce.
Sollecitato da Severgnini, dello stesso 'circuito Cairo', svela a tutti gli aspiranti intervistatori i segreti del successo, e agli intervistatori attivi, gli errori da non commettere. Ad esempio a Lucia Annunziata che dalla collocazione domenicale e pomeridiana del suo 'Faccia a Faccia' su La 7 ( del medesimo 'circuito Cairo' del 'Sette') è divenuta sua diretta concorrente, Minoli fa notare spietatamente che Lei è una politica frustrata, e che tale condizione mina alla base la bontà delle sue interviste, perchè costretta a dimostrare al suo pubblico che Lei sa quel che dice, facendo passare in secondo piano quello che pensa l'intervistato che ha davanti. Per fargli concludere che l'intervistatore che non si convince a priori che l'intervista serve a mostrare, a far conoscere ed anche a smascherare l'intervistato, non è un buon intervistatore. E la Annunziata non lo è, secondo l'inventore delle interviste tv, mentre una brava intervistatrice la Annunzaita è, almeno secondo noi: sempre preparata e, soprattutto, che lascia parlare.
Cosa che, invece, Minoli, non fa. Abbiamo assistito all'ultima sua intervista su La 7, al ministro Calenda, il quale, più d'una volta, ha dovuto interrompere Minoli, il più insopportabile 'incalzatore', il quale passava alla domanda successiva ( 'la domanda è sempre la seconda, mai la prima' - ha detto orgoglioso a Severgnini) senza attendere di conoscere la risposta del ministro alla precedente.
Nella tecnica di Minoli, l' incessante incalzare, fottendosene di conoscere come la pensa l'intervistato, è la regola aurea del bravo intervistatore in tv, perchè così incalzando, mette a dura prova anche i nervi dell'intervistato, che non lo manda a quel paese, solo perchè, scoperto il giochino, vuol dimostrare a tutti che lui ha i nervi saldi.
Minoli ha inventato anche la doppia faccia - oltre la sua, naturalmente emersa in varie occasioni: da quella con le 'ceneri sul capo' con cui affrontò il bellicoso Craxi, a quella a schiena curva con cui ha lusingato i suoi precedenti padroni del Sole 24 Ore, alla radio, quando già i casini in cui l'avevano cacciato gli amministratori del tempo erano noti a tutti, eccetto al bravo intervistatore Minoli.
La doppia faccia in tv, consiste nel mostrare al pubblico contemporaneamente il volto dell'intevistatore e dell'intervistato, mentre il primo fa le domande, per vedere quale reazione l'intervistato ha al semplice ascolto della domanda, che nel decalogo teorico di Minoli, è sempre cattiva (ma solo con chi dice lui ). Perchè mostrare anche il faccione di Minoli quando basterebbe, durante le domande più imbarazzanti od impegnative, mostrare solo il viso dell'intervistato?
Secondo il decalogo del bravo intervistatore Minoli, la sua faccia, di mastino ( finto) non deve mai scomparire, perchè il pubblico deve poter dire e ridire: ma quant'è bravo Minoli, facendo retrocedere l'interesse per le dichiarazioni dell'intervistato.
Poi Minoli, manda a dire a Cairo, via Severgnini, che basta con 'i giornalisti della carta stampata in tv che sono quelli che rovinano la tv'. Non conosciamo la reazione di Cairo, il quale punta, per ottenere il massimo, proprio sulla circolazione fra carta stampata e tv, dove approdano quotidianamente molti giornalisti delle sue testate, sulle quali, viceversa, scrivono molti volti noti della sua tv , dalla Gruber che fa l'editorialista del 'Sette', a Giletti che è sbarcato a Torino, con la nave del 'Corriere' - ma si occuperà di sport, alla Gabanelli che, venuta via dalla Rai, lavorerà con un piede al 'Corriere' e l'altro a La 7.
Naturalmente Cairo, che vuole sempre che il 'cerchio si chiuda', ha anche il 'bravo' critico, che è il temutissimo Aldo Grasso che dall'ultima pagina del 'Corriere' promuove giornalmente 'La 7' e boccia tutti gli altri protagonisti del video. A lui, di conseguenza, mai più potremo prestare fede, pur apprezzandone le capacità e la preparazione.
Minoli non ha replicato, avendone l'opportunità, a Gubitosi, a proposito di raccomandazioni. L'ex direttore generale aveva rivelato i numerosi interventi in suo favore, suggeriti dallo stesso Minoli che voleva tornare ad avere un incarico di prestigio in Rai, nonostante l'età (Giovannone ha settantadue anni, come noi che, nel nostro piccolo, ci siamo fatti da parte, per lasciare spazio ai giovani !). E supponiamo che non sia stata la prima volta che Minoli si sia fatto raccomandare, lui , genero di Bernabei, che su raccomandazioni di peso ed infallibili ha potuto sempre contare, ad eccezione con Gubitosi, quand'era direttore generale Rai.
Per finire - ma questa l'ha suggerita senz'altro Cairo al bravo intervistatore - Minoli chiede in tv a Calenda del 'canone' Rai, e il ministro prontamente risponde "vedrei bene la Rai privatizzata con il canone destinato a finanziare i singoli programmi che fanno 'servizio pubblico', di qualunque tv, dunque anche de 'La 7' - come anche noi tante volte abbiamo pensato seguendo certe dirette di Mentana, in occasioni cruciali per la vita del nostro paese, mentre le reti Rai si trastullavano con giochi e quiz. Ma Calenda, ha anche aggiunto che ciò non accadrà mai. Intanto Minoli ha potuto portare a casa il risultato - come si dice in gergo - che Cairo si attendeva.
Severgnini, su 'Sette', fa al Minoli, inventore e re delle interviste, l'ultima e più inopportuna delle domande: "a' Giovà, ma non sarebbe ora che ti ritirassi, ch'hai 72 anni ?" E Giovnni: "col c...iufolo! " - gli risponde; Severgnini te la sei cercata!
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