Non vi dice nulla il nome di Catello De Martino? Eppure qualcosa, anzi più di qualcosa, dovrebbe dire a tutti coloro che a vario titolo si interessano e sono informati sulle cose musicali italiane.
Lui, per fortuna, non ha mai detto, come andava dicendo il famoso Cresci: 'farò grande questo teatro', riferendosi all'Opera di Roma, benchè qualcosa di grande anche lui, come Cresci, l'ha fatto al Teatro dell'Opera di Roma, e cioè il buco di bilancio ed il dissesto economico, nonostante rassicurasse tutti, dal sindaco Alemanno, che lì lo aveva voluto, al direttore 'principale', poi 'onorario a vita', dell'epoca Riccardo Muti.
Nei giorni della disgrazia, quando dovette con la coda fra le gambe andar via dall'Opera di Roma, per far posto a Fuortes, l'artefice dei miracoli operistici del nostro paese, da Bari a Verona, a Roma, nessuno più diceva di conoscerlo, frequentarlo e di averne lodato la sana lungimirante amministrazione. Perfino Valerio Cappelli, attentissimo e durissimo cronista del Corriere della Sera che, onorato della compagnia, aveva raccontato di essere andato a Vienna con lui al Concerto di Capodanno, per dispetto a Venezia, gli voltò le spalle.
Da allora in molti si sono chiesti che fine abbia fatto, come vive, lui che era venuto via dall'Accademia di Santa Cecilia, e prima a ancora da una società petrolifera italiana, dove aveva debuttato professionalmente, uscito dalla nativa Salerno, di cui San Catello è protettore, per finire a fra danni all'Opera di Roma.
Ora, a chi lo desideri possiamo dare sue notizie, reperite per caso, sul sito del Ravello Festival, quel ricchissimo ventre musicale nel quale si sono rifugiati, per ottenerne protezione e ricca alimentazione, tanti nel corso degli anni - il che ci fa anche capire come mai Stefano Valanzuolo, a lungo nell'organizzazione, si sia strappato i capelli, quando i cambi di gestione politica, forse senz'altra ragione che questa, lo hanno estromesso.
Catello De Martino fra due giorni cesserà dall'incarico, a tempo, che gli è stato assegnato nel ventre accogliente del festival campano, e che è:l 'Organizzazione e realizzazione del progetto musicale', che l'ha tenuto occupato dal 15 maggio e fino al 31 di questo mese, con un compenso di 26.000 Euro. ma forse lo confermeranno, perchè se non si è parlato di lui è buon segno.
A rileggere la specifica del suo incarico ci viene soltanto che da ridere e da pensare come siamo messi male in Italia.
P.S. Al Ravello Festival, per non smentirsi, lavorano attualmente non uno ma tre direttori artistici. Alessio Vlad (musica), compenso oltre 60.000 Euro; Laura Valente (danza), compenso oltre 40.000 Euro; Mariapia De Vito (jazz), compenso intorno ai 40.000 Euro.
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