Camusso sarebbe felice se Boeri venisse disarcionato dal cavallo dell'INPS, in ragione dei suoi 'avvertimenti' a governo e sindacati, sulla sostenibilità del sistema pensionistico in Italia. In buona sostanza Boeri ha detto e ridetto che se si rimette in discussione il sistema pensionistico e le sue recenti riforme, compresa quella introdotta dalla cosiddetta 'Legge Fornero', il sistema potrebbe collassare, in un futuro, certo, ma non così lontano.
In Italia il sistema delle pensioni ha subito infiniti scossoni nel tempo, per incoscienza di politici e sindacati che, a fini elettorali o di consenso, ogni volta, hanno concesso benefici a questa o a quella categoria. Non preoccupandosi per nulla del futuro delle pensioni di tutti. Dei normali cittadini.
E se un giorno l'INPS, proprio a seguito di numerosi immeritati privilegi (baby pensioni, vitalizi ecc...), dovesse dire: signori, si chiude, non possiamo più assicurare le pensioni come abbiamo fatto finora? In quel momento, che direbbero politici e sindacalisti che del loro sistema clientelare sono stati i primi a beneficiarne? Cosa risponderebbero ai cittadini che avevano fatto finta di voler difendere, nel corso della loro vita lavorativa, in fatto di pensioni?
Adesso la discussione riguarda, in particolare, l'innalzamento dell'età pensionabile a partire dal 2019.
Il Governo ha escluso da tale innalzamento alcune categorie che svolgono lavori cosiddetti usuranti o pesanti: ne sarebbe esclusi, a seguito di lunghe trattative, intorno alle 15.000 unità.
Camusso, in disaccordo con CISL e UIL, non è d'accordo, vuole estendere tale stop a molti altri lavoratori, fottendosene delle dichiarazioni di Boeri che evidentemente Lei ritiene dica bugie o falsità. Ma quali interesse avrebbe Boeri ad avvertire che se si continua su questa strada un giorno l'INPS potrebbe dire: le casse sono vuote e non ci sono più soldi per le pensioni?
Camusso non ci dice cosa replicare a Boeri o ad un suo successore. Oggi Lei è preoccupata ed occupata solo a recuperare consenso nelle file dei lavoratori, di domani non si occupa. O, forse, Lei sa già, come quell'altro suo collega del vertice sindacale andato in pensione da non molto, senza meritare il suo ammontare, che potrà dormire sonni tranquilli. Al futuro delle pensioni dei giovani di oggi penseranno altri sindacalisti. Lei, Camusso, fa la voce grossa, ma ha lo sguardo miope.
Calenda , invece, dopo che è riuscito a mettere intorno ad un tavolo gli industriali dell'acciaio indiani, che ha convinto ad acquistare l'ILVA di Taranto, deve ora far fronte all'opposizione insensata ed irresponsabile del governatore pugliese, Emiliano che , reduce da una sconfitta politica dopo l'altra, ora tenta il tutto per tutto per recuperare consensi, anche sulla pelle delle migliaia di lavoratori che, senza la firma dell'accordo, sarebbero buttati in mezzo alla strada (oltre che respirare aria cattiva), mentre lui se ne sta seduto come un pascià sulla sua ricca e comoda poltrona di governatore regionale.
Emiliano ed il sindaco di Taranto sono ricorsi al TAR per contestare quella proposta di acquisto, comprendente anche il risanamento della fabbrica - che però ha bisogno di qualche anno di tempo. Se l'accordo non va in porto, ha ammonito Calenda, l'ILVA dovrà chiudere e i cittadini di Taranto, saranno condannati, per sempre, a respirare veleni. Emiliano cosa ha da proporre ai cittadini che resteranno senza lavoro, e che fra quelli che lavorano all'acciaieria e nell'indotto, ammontano a circa ventimila?
Emiliano dovrebbe riflettere sul futuro possibile, non è il primo caso che dimostra come tirando eccessivamente una corda, questa si spezza, senza possibilità di essere nuovamente riannodata. Emiliano - lo ha detto apertamente il ministro Calenda - è un incosciente che non ha voluto sentire ragioni, e che non pone mente al possibile futuro, più disastroso, di Taranto e dei suoi cittadini che lavorano all'ILVA, se la trattativa con Mittal dovesse naufragare definitivamente.
Dio ce ne scampi e liberi da uno come Emiliano che, per leggerezza, speculerebbe sulla vita e sulla salute dei cittadini.
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