Cominciamo dal secondo caso che è quello più drammatico, perchè coinvolge le sorti di ventimila lavoratori circa e il futuro di una intera città, Taranto per l'affare ILVA. Quando sembrava ad un buon punto la trattativa con il gruppo indiano che la acquisterà, arriva l'IRRESPONSABILE altolà del governatore pugliese e del sindaco di Taranto che si mettono di traverso sulla strada che Calenda, il ministro per lo sviluppo economico, stava tentando di condurre in porto. E presentano un ricorso al TAR, il cui esito non è noto e potrebbe richiedere anche tempo, comunque troppo per un industriale che non comprerebbe una azienda che ha infiniti problemi, senza sapere quale sorpresa, ad acquisto avvenuto, potrebbe riservargli la sentenza del tribunale amministrativo regionale.
Calenda si reca a Taranto con il ramoscello di ulivo per gli amministratori pugliesi, Emiliano - che già per la seconda volta o la terza ( ricordate la sua candidatura alla segreteria del PD finita nel nulla sonoramente bocciata?) non vuole ammettere di aver fatto un passo falso ; anzi sembra addirittura che voglia rifarsi della precedente sconfitta, FREGANDOSENE del destino dei tarantini e dell'ILVA.
Calenda gli ha chiesto di ritirare il ricorso, la stessa cosa ha fatto Gentiloni, ma lui non sembra disposto a farlo, anzi minaccia: Calenda è un immaturo, Gentiloni ricattatore. E lui? Lui un irresponsabile. Neanche i sindacati che temono il peggio e perciò si sono schierati a favore della mediazione del Governo - memori di altre vertenze finite male, anzi malissimo, come Alitalia, quando hanno appoggiato i lavoratori che tiravano la corda senza accorgersi che stava per rompersi come poi è accaduto - sono riusciti a far desistere il corpulento governatore dalle sue posizioni bellicose ma disfattiste.
Se si rompe il negoziato con Mittal su ILVA il pericolo reale è che l'impianto venga spento entro la prima decade di gennaio, e addio sogni di lavoro ed anche di risanamento. Senza l'accordo non ci sarà lavoro, e neppure il risanamento della fabbrica che inquina. E così i tarantini moriranno per l'inquinamento ma anche per la disperazione perchè senza lavoro.
Che faranno allora i ventimila di Taranto? Andranno a casa di Emiliano, dove la tavola è sempre apparecchiata, e a Natale perfino con frutti di mare prelibati, quando in molte famiglie tarantine comincerà ad essere impresa dura mettere insieme il pranzo con la cena? Perchè Emiliano non ammette la sconfitta, ritira il ricorso al TAR e riavvia le trattative per concordare con Governo e nuovi proprietari tutte le misure possibili per assicurare ai cittadini coinvolti lavoro e salute, che lui proclama di difendere, ma SOLO A PAROLE?
Qualcosa di simile accade anche alla direzione de 'Il Fatto quotidiano', a causa della sua voracità giornalistica che non conosce limiti, e del delirio di onnipotenza ed infallibilità dei suoi vertici?
Ha dato addosso di brutto al sindaco di Mantova - anche perchè del PD di Renzi?- coinvolto in una brutta storia. Poi quando si scopre che la signora che aveva architettato questa diffamazione aveva falsificato tutto per accusare il sindaco, che viene perciò scagionato dall'accusa, non si dice soddisfatto perchè la magistratura ha sventato un imbroglio, ma ricorda che scagionato dall'accusa più infamante, ne restano contro di lui altre. Accuse che in altri casi, come quando hanno riguardato i Cinquestelle amici, hanno precisato che non tutte sono uguali, come ad esempio una di quelle rivolte al sindaco di Mantova e cioè 'abuso di ufficio'. Perchè, ha spiegato Travaglio, un amministratore è facile incorra in tale reato; e che comunque non può essere messo sullo stesso piano del reato di truffa, o di associazione o di concorso esterno in associazione mafiosa.
Allora perché alla magistratura si crede quando conviene e quando non conviene, perchè non si vuole ammettere l'errore e scusarsi, non si crede?
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