mercoledì 13 dicembre 2017

La politica. non è una risorsa ma un problema in Italia

Ieri Dibba ha preso la parola in Parlamento, esordendo: 'E l'ultima volta che parlo in Parlamento'. Dai banchi dell'opposizione, a questo esordio solenne da fine del mondo più che da fine legislatura - ormai prossima, questione di giorni - si sono levati dei mugugni, del tipo : "e che sarà mai, mica è la fine del mondo; quando non ci sarai più cercheremo di sopravvivere, ce ne faremo comunque una ragione...'. Ai quali, riprendendo il tono solenne, Dibba ha rilanciato: "  anche molti di  voi, non ci saranno più nel Parlamento prossimamente, quindi anche per molti di voi è l'ultima volta che hanno l'occasione di parlare... magari non hanno nulla da dire e taceranno, come del resto molti  di voi hanno fatto nel corso dell'intera legislatura giunta ormai al capolinea, e via dicendo...", proseguendo con toni apocalittici, tipici non solo suoi, ma di molti esponenti del Movimento Cinquestelle che si vuole accreditare come  'millenaristico'.

E, in effetti, a dare un tono apocalittico a questa fine legislatura ci ha pensato anche il presidente di Confindustria, Boccia, il quale dopo aver rassicurato tutti sul miglioramento della situazione economica ed aver anticipato che l'anno prossimo il PIL sarà superiore a quello previsto, ha minacciato, nel solco di Dibba: " salvo che la politica non crei dei guai". Ecco il punto.

La politica che  dovrebbe essere per il paese una risorsa, in grado di individuare i problemi ed offrire soluzioni oltre che accompagnare con azioni mirate la crescita e lo sviluppo, in Italia,  in maniera più evidente che altrove, la politica crea problemi, non li risolve.
E le elezioni ormai prossime - tutti  pensano alla data del prossimo 4 marzo, con le Camere sciolte addirittura prima della fine dell'anno - rappresentano una incognita, solo negativa. Da subito.

Nella discussione della Legge finanziaria il solito assalto alla diligenza, in prospettiva elettorale:  chiunque fra quelli che hanno scaldato gli scranni in Parlamento per un quinquennio, fanno a gara  a mettere i bastoni fra le ruote al carro degli avversari, reclamando regalie o elemosine di ogni genere per il proprio elettorato, giocando al rialzo con pretese talvolta irragionevoli, noncuranti del bene del paese. Al quale, però, tutti si richiamano, quando non fanno politica, ma chiacchierano soltanto.

In questi giorni tale richiamo al bene del paese ed alla responsabilità risuona ovunque, mentre ci sono cambi di casacche, spostamenti da destra a sinistra e tutti, gruppi, movimenti e partiti sono in fibrillazione per la compilazione delle liste.

 In conseguenza delle quali, molti parlamentari, come faceva notare  Dibba, possono dire addio a Montecitorio o a Palazzo Madama perchè non  saranno neanche candidati o non eletti. Con la consolazione, unica, che  essendo la legislatura arrivata alla sua conclusione naturale , quando raggiungeranno l'età dei 65 anni, avranno il beneficio del vitalizio.

Il quale, a detta della Meloni, spiritosissima: quest'anno il vitalizio è stato rimandato all'anno prossimo!

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