Alla fine Barbareschi l'ha avuta vinta su tutti, complice la 'sorellina' Prestigiacomo, perfino sul ministro che ha dichiarato apertamente di avere le mani legate e di essere impotente di fronte alle decisioni parlamentari.
Il fatto e la discussione accesa che ha generato, risalgono alla scorsa primavera, al tempo della 'manovrina' cosiddetta. Quando si presentò ad alcuni parlamentari , non necessariamente del suo schieramento di una volta - e di questo Barbareschi si è successivamente vantato - per battere cassa. Ho dovuto tirar fuori alcuni milioni di tasca mia per ammodernare il teatro Eliseo che ha una programmazione intensa e di qualità - sottolineava Barbareschi - ed ora al primo secolo di storia del teatro mi trovo senza soldi in cassa per festeggiare l'importante traguardo. I parlamentari ai quali Barbareschi si rivolse ne furono coinvolti e commossi e si misero insieme, un bel gruppetto, per sostenere che all'Eliseo di Barbareschi andavano dati 8 milioni di Euro extra FUS. Ne seguì la rivoluzione generale del mondo del teatro. E lui, serafico, disse a tutti: se fate i bravi vi spiego come si fa a farsi dare altri soldi, oltre quelli che già arrivano nelle casse del mio teatro.
Naturalmente non mancò chi sottolineasse - ma si trattava di malelingue - che Barbareschi era stato parlamentare di Forza Italia, s'era occupato proprio di spettacolo in coppia con una Carlucci ( a proposito che fine ha fatto, sembra scomparsa dai radar politici) e che aveva sposato in quinte, seste o forse ventesime nozze la figlia dell'ex potente (e forse potente ancora) Ragioniere generale dello Stato, Monorchio. E. detto però sottovoce, che egli era un abile imprenditore di spettacolo.
Tutto vero, ma non al punto da giustificare questo esborso statale aggiuntivo, considerevole, e per giunta rivolto ad una istituzione di cultura sì, ma privata. La sollevazione di tutti gli altri teatri italiani che di contributo ordinario non arrivavano a ricevere la stessa somma del contributo straordinario assegnato all'Eliseo di Barbareschi, sortì l'effetto di dimezzare quel 'regalo' . E Barbareschi nulla potè opporre, quando gli si fece sapere che quattro di quegli otto milioni erano stati girati alle zone terremotate. La politica ha una tale faccia tosta che non si vergogna a tirare in ballo poveri disgraziati come i terremotati, per tacitare la propria sporchissima coscienza.
La sollevazione dei teatri ottenne di bloccare per un pò l'erogazione effettiva di parte di quei quattro milioni a cui ammontava, alla fine della protesta, l'assegnazione straordinaria all'Eliseo.
Arriviamo agli ultimi mesi dell'anno, questo: il 2017, ed alla stesura della manovra finanziaria per il 2018, e Barbareschi, non contento dei quattro milioni assegnatigli, lavora nell'ombra ed in silenzio per farsi riassegnare anche gli altri quattro milioni, destinati al tempo della manovrina ai terremotati ( chissà che non abbiano fatto la stessa fine dei fondi raccolti per gli 'indiani' della celebre barzelletta, finiti nelle tasche dei ricchi occidentali finti umanitari).
La sorellina politica di un tempo, la Prestigiacomo, la cui attività politica in tutta la legislatura è passata inosservata, a fine mandato, ha sferrato un colpo di grazia alla decenza. riuscendo con uno stratagemma del quale lei povera si è dichiarata vittima inconsapevole e manipolata, a rimettere in bilancio quei quattro milioni a favore di Barbareschi, con la complicità del presidente della Commissione Bilancio, Boccia (PD), sposata Di Girolamo ( ultimamente di nuovo FI) e di qualche altro parlamentare, fra quelli che già avevano sposato la causa di Barbareschi in primavera.. E Franceschini, il ministro prezzemolino, 'mezzo disastro' giusta la definizione di Renzi, di fronte alla decisione del Parlamento in favore di quel 'regalo' a Barbareschi, dichiara disaccordo e impotenza.
A noi viene un dubbio. E cioè che tutti quelli che oggi si dichiarano impotenti o manovrati, e mille altri aggettivi comprendenti la vasta casistica di politici impresentabili, alla fine abbiano fatto oggetto di scambio, presente o futuro, il favore a Barbareschi. Nulla ci può togliere dalla testa che è così.
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