Finché Muti, il più grande interprete verdiano vivente, è in attività, nessuno tocchi Aida, per cominciare. Poi la stessa cosa si dirà necessariamente per Trovatore, Rigoletto, Falstaff, Otello. Non per Traviata. perché per Traviata è stato proprio lui a rompere negli anni scaligeri un tabù: come si può - si diceva allora a Milano - riprendere Traviata, dopo la Callas? Muti, pensa che ti ripensa, un giorno decide di infrangere il divieto, e presenta in palcoscenico Tiziana Fabbricini. Sono trascorsi molti anni da allora, ed ora non serve neppure rispolverare le cronache del tempo per rinfrescare la memoria sulla vittoria o meno della giovane cantante, della quale poi non s'è parlato tanto. Comunque lui infranse il divieto, dimostrando che si può, anzi si deve cantare Traviata anche dopo la Callas. Si potrà mai fare Aida dopo che Muti ha abbandonato il podio dell'Opera di Roma proprio quando lo si attendeva con quel titolo verdiano? Muti, in verità, non ha detto alcunché su questo, ma i suoi fedelissimi hanno creduto di interpretarne il pensiero, quando hanno detto che, andato via Muti, era impossibile trovare un altro direttore che salisse sul podio del maestro per dirigervi lo stesso titolo. Nessuno ha voluto rischiare, a detta dei dirigenti dell'Opera, che sono il competentissimo Fuortes, artefice dell'attuale disastro generale, e il suo (di Muti) fido direttore artistico Alessio Vlad, ormai alla fine della corsa.
Forse hanno concluso il cattivo pensiero venuto al maestro, quando, non ancora dimissionario, aveva letto il titolo Aida nella programmazione di Santa Cecilia affidata a Pappano, e che, secondo alcuni, Muti avrebbe interpretato come una sfida.
Dunque anche Santa cecilia dovrebbe cancellare Aida per una ragione in più, e cioè perché Muti non può esser sfidato da Pappano?
Ed allora tutte le Aide in programma nel mondo dovrebbero essere sostituite da mille Rusalke che certamente non faranno mai le dieci Aide cancellate?
Che pensieri sono questi? Il 'mondo' verdiano si dovrebbe fermare perché in circolazione c'è un direttore che non ha pari in questo repertorio?
Parliamo d'altro, di Riccardo Muti. Il quale da Vienna dove ha fatto tappa con la sua orchestra di Chicago ha dichiarato che d'ora in poi non accetterà mai più un incarico stabile. Un volta terminato quello con Chicago? Dappertutto? No, ha risposto il maestro, solo in Italia. E fa bene, perchè rischierebbe una terza, ancor più ingloriosa, ritirata. Due bastano ed avanzano, come si dice.
Che succede nel frattempo all'Opera di Roma ed alla Scala?
A Roma il direttore che sostituisce Muti, Jensen, non sa cosa accade in teatro, lui sa solo che Aida non avrebbe accettato di dirigerla, perché Muti è ... E il regista Denis Krief, che da anni lavora in Itali, non sa cosa accade a Roma, dove sta per mettere in scena Rusalka; lui vive all'estero e non è informato e neppure si informa sul teatro dove sta per sbarcare - secondo le dichiarazioni dei due al Corriere, intervistati da Valerio Cappelli.
E a Milano? Pereira, chiede, in ginocchio, con sei mesi di anticipo, ai lavoratori cosa vogliono fare il primo maggio 2015, quando si inaugurerà l'EXPO e in cartellone c'è la prima di Turandot diretta da Chailly? Avranno la faccia di rispondere che quel giorno è consacrato al riposo, mentre tutta Milano sarà al lavoro?Al posto di Pereira, ricevendone risposta negativa, ingaggerei - con i soldi dei salari decurtati per il giorno di sciopero - l'Orchestra esternalizzata dell'Opera di Roma, magari per una sola recita, con prova d'insieme alla vigilia. Così, per mostrare il nuovo corso della musica in Italia all'Esposizione Universale di Milano.
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