La notizia dell'arrivo a Bologna, il prossimo dicembre per il 'Bologna Festival' - la cui direzione artistica, dalla notte dei tempi, è affidata a Mario Messinis, critico musicale del Gazzettino di Venezia e negli anni passati, anche e contemporaneamente, direttore della Biennale o Sovrintendente della Fe nice, Premio 'una vita nella musica', e mille altri incarichi anche per Casa Ricordi, assieme a quello di professore al Conservatorio veneziano - tutto regolare? - dell'Orchestra dell'Opera di Firenze con il suo direttore Zubin Mehta, ha creato tensione fra i rappresentanti sindacali del Comunale di Bologna che avrebbero voluto che ad essere invitati fossero i complessi del Comunale bolognese. Perchè - hanno detto - dare ad 'altri' quasi 100.000 Euro (quanto sarebbe il costo di quel concerto), in un periodo di crisi?
Hanno ragione? Hanno torto? Forse l'una e l'altro. Hanno ragione a dire che su un budget di 300.000 Euro circa, spenderne 100.000 per avere un'orchestra che si può ascoltare facendo il viaggio di un'ora da Bologna a Firenze, non è il caso, specie in periodo di crisi.
Hanno torto se pensano che in ogni caso, qualunque manifestazione di ogni genere, debba utilizzare sempre e solo le forse cittadine. In questo secondo caso sbagliano. Noi abbiamo da sempre sostenuto che la mania di rivolgersi all'estero, così frequente nell'Italia provinciale, intrallazzona,mazzettara e scambista( non in ambito sessuale, o forse anche) , andrebbe sanzionata ufficialmente dal ministero che finanzia in massima parte le attività musicali in Italia, dai teatri alla più piccola associazione. Circoscrivere la ricerca di forze lavorative al perimetro ristretto di una città nella quale una manifestazione ha luogo è forse troppo.
E' curioso però che in questa disputa nessuno tiri fuori, chiamandolo a 'discolparsi' Mario Messinis, direttore artistico del 'Bologna Festival' e dunque artefice di tale macroscopico errore, al di là della pretesa dei musicisti del Teatro Comunale di Bologna. Le manifestazione musicali alle quali Messinis - SEMPRE GRATUITAMENTE, ovvio - ha prestato qualche scintilla del suo genio creativo, ancora in perenne eruzione a dispetto degli anni, sono tante; mai un appunto è stato mosso all'utilizzo dei fondi, come invece si è fatto in questa occasione, mentre invece sarebbe stato opportuno ed utile ficcarci il naso per scoprire magari che dietro titoli solitamente di grande impatto, c'erano poi scelte abbastanza dozzinali. Alle quali scelte potremmo riportare anche questa incriminata. ma , come si sa, gli intoccabili sono tali perchè non vanno toccati, e perchè guai a chi li tocca.
Ci viene da riflettere anche su un altro festival che fa sfilare sotto le volte del Tempio malatestiano orchestre di pregio e dunque anche costose: la 'Sagra malatestiana' di Rimini, città che noi abbiamo sempre associato alle vacanze di mare e non ad un festival di orchestre. Per esempio, chi lo paga quel festival? e i soldi chi controlla che vengano spesi bene?
Semplici domande di un cronista curioso. Non accuse gratuite.
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