giovedì 6 novembre 2014

Fuortes finalmente ha fatto la grazia della 'disponibilità' a trattare. Ma lui, dopo aver messo una toppa al casino che ha procurato, deve lasciare

Lo si attendeva da tempo, da oltre un mese, da quando cioè è venuta fuori quella sua idea folle di 'esternalizzare' orchestra e coro dell'Opera di Roma, per la quale Fuortes - ma non solo lui, perchè dalla sua aveva anche Marino, Franceschini e Nastasi - si è beccato secchiate di merda in faccia da parte del mondo musicale italiano ed europeo che ha gridato alla scandalo ed alla incompetenza degli attuali vertici ( Fuortes, per essere chiari) del teatro romano, come anche anche del Campidoglio e del Ministero che hanno  caldeggiato e poi appoggiato il progetto. Non si dimentichi che Nastasi non ha   mai fatto mistero di essere di questo stesso parere e di accarezzare il progetto di smantellare il sistema dei teatri lirici in Italia.
Alla viglia della dichiarazione di 'disponibilità' a trattare con i sindacati, in cambio della revoca dei licenziamenti, ed a  studiare un modo onorevole per uscire dallo stallo nel quale lui ha cacciato il teatro  che dovrebbe governare, Fuortes l'ultima secchiata di merda in faccia, dopo la penultima rilanciatagli da Barenboim, se l'è beccata da parte di Pollini che in occasione della presentazione del cofanetto discografico delle Sonate di Beethoven, ha detto:" E' deprecabile che Muti abbia lasciato l'Italia ma è grave che il Teatro dell'Opera e la sua dirigenza non abbiano individuato una via utile di riscatto collettivo senza radicali rotture". Parole meno forti di tanti altri accusatori, ma il senso chiarissimo, di condanna  di ciò che sta accadendo a Roma. Ed ha anche aggiunto, all'indirizzo di Franceschini che: le 14 fondazioni liriche italiane non sono troppe, sono poche: "ci vogliono tutte ma occorre che lavorino più e meglio con migliore qualità e maggiore interazione con le città".
 Ieri sera il telegiornale regionale del Lazio, mostrava Fuortes, terreo in volto, che dichiarava di voler trattare con i sindacati i quali avevano già manifestato la loro volontà di una moratoria sugli scioperi per due anni e di voler discutere con il sovrintendente del contratto, della produttività ecc... Li avrebbe finalmente incontrati, cosa che avrebbe dovuto fare anche molto prima invece di mandare altri agli incontri, preferendo andare a presentare i programmi di Musica per Roma - a proposito quando vi fa ritorno definitivamente all'Auditorium, lasciando, causa amara sconfitta, l'Opera? -  per poi riferire, sul piano B, quello del salvataggio secondo la legge Bray, al prossimo consiglio di amministrazione che avrà luogo il prossimo 23 novembre, alla viglia dell'inaugurazione della stagione con Rusalka, ennesimo svarione suo, di Fuortes, e del direttore artistico Vlad ( ambedue devono andare a casa: il primo perchè ha fallito completamente, il secondo perchè senza Muti, suo padre putativo, lui che ci sta a fare all'Opera?).
 Dopo di che, arrivati ad un accordo che  faccia rientrare i licenziamenti in massa e la cosiddetta ignobile esternalizzazione, Fuortes deve andare via e il Campidoglio ed il nuovo consiglio di amministrazione indicare il nuovo sovrintendente. Questa volta facendo attenzione non alle appartenenza politiche, bensì alla competenza, da tutti predicata ed invocata e poi messa sotto i piedi ancora da tutti.

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