giovedì 20 novembre 2014

Benedetta Tobagi, Gherardo Colombo, Riccardo Muti, CDA RAI, Fuortes conosce solo Bietti. Letto sui giornali

Ci chiediamo spesso con che altro potremo divertirci il giorno in cui decidessimo di non acquistare più giornali, come facciamo da oltre 35 anni tutti i giorni, senza saltarne uno, portandoci a casa una media di tre quotidiani al giorno, oltre naturalmente a settimanali e mensili  italiani ed esteri. Gli spunti di divertimento che giornalmente ci offre la lettura dei giornali non è facile reperirli in altri settori; forse ve ne sono, magari anche meno costosi, ma noi ancora non li conosciamo.
 Oggi ad esempio.  Come non sbellicarsi dalle risate nel leggere della decisione di ieri del CDA della RAI, di proprietà del Tesoro, che ha deciso di impugnare la richiesta del governo dei 150 milioni di Euro , proprio nel giorno in cui l'ingresso in Borsa della Rai, per i suoi impianti di trasmissione, è stato accolto benissimo dagli investitori? Uno, subito,  pensa che a favore di questa mozione abbiano votato i consiglieri 'in quota' della destra, invidiosi del successo dell'esordio in Borsa. No, la mozione l'ha proposta un ex maggiordomo di Berlusconi, è vero, ma a lui si sono uniti quasi tutti gli altri e perfino  i due consiglierucci indicati, anzi graziati, dal PD, e cioè la Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo che se non avessero fatto il grande gesto, ci saremmo dimenticati persino della loro esistenza. Nessun altra traccia, e neppure sottotraccia, del loro passaggio esiste  nei piani alti di Viale Mazzini, oltre la presenza dei loro nomi  nei libri contabili RAI, per la paghetta come consiglieri di amministrazione.  Sarebbe opportuno che almeno loro due spiegassero al popolo ignorante il senso di quel folle gesto. E poi dicono che Renzi non ha ragione quando ammonisce che  presto va cambiata la governance della RAI. Come si fa a dargli torto, quando si viene a sapere che, in Australia, per seguire il G 20, sono arrivati 5 troupe RAI? Per quello che dicono e per la pochezza temporale dei servizi, non ne bastava una per tutte le testate giornalistiche RAI?  Certo che sì, una bastava ed avanzava. Ed invece abbiamo mandato in Australia, a nostre spese - soldi veramente buttati - una quindicina di persone, invece di due o tre.

In rete si sono scatenati contro Riccardo Muti che sarebbe sì, a detta di molti  navigatori, un grande direttore -  non manca qualcuno che mette in dubbio  finanche le sue capacità direttoriali - ma una pessima persona. E giù altre accuse: perchè ha taciuto sull'Opera di Roma in questi ultimi travagliati mesi? Perchè, appena ha visto acque increspate, prima di quelle agitate, s'è dato a nuoto alla fuga? Gli rimproverano anche  questo, ed infine, il fatto di portarsi appresso, ogni volta che si muove, moglie figlia amici e servitori. Non gli hanno fatto nessuno sconto in nome della fama e della bravura, tanto che ci vien voglia di difenderlo, ad ogni costo, dimenticando i difetti, qualora ne avesse.

Fuortes, che unisce a grande capacità imprenditoriale nel mondo della cultura, una conoscenza fuori dell'ordinario dell'ambiente musicale - ragione per cui è stato chiamato a dare un'aggiustatina all'Opera di Roma, come ha poi fatto, un momento prima di rischiare di distruggerla del tutto - ha avviato con l'inaugurazione della nuova stagione  della 'grande opera' a Roma, una serie di incontri o conferenze di presentazione delle opere in cartellone. E, come ha fatto all'Auditorium di cui resta ancora amministratore delegato, con le lezioni di musica e al Teatro Petruzzelli di Bari negli intensi mesi in cui è stato commissario, risanando i conti e lasciando un buco di un paio di milioni quando è andato via, ha chiamato ogni volta tutti più grandi musicologi al mondo che alla conoscenza della materia trattata uniscono anche  capacità comunicativa eccelsa: Giovanni Bietti all'Auditorium, Giovanni Bietti al Petruzzelli, e Giovanni Bietti all'Opera di Roma.
 Tutti gli auguriamo, prima che assuma la sacrosanta decisione di abbandonare il campo, che l'opera inaugurale  veda il botteghino del teatro con file chilometriche, perchè se non ci saranno, anche di questo  darà la colpa a qualcun altro, invece che a se stesso, che  di gestione di una stagione non capisce un tubo, per cui sostituisce Aida con Rusalka - una donne con un altra - con la massima prosopopea possibile.

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