Stando alle apparenze, Emma Dante sarebbe la vittima e il Barbareschi, a dispetto del suo nome (?) il carnefice. Ma le cose non stanno così.
Intanto il passaggio di proprietà dai vecchi soci, uno dei quali il Monaci, padre dell'attuale direttore, al nuovo è stato traumatico, nel senso che è stato preceduto da due o tre tentativi di sfratto sempre rimandati, ma che non potevano essere rimandati all'infinito, specie in presenza di un nuovo proprietario che, sacrosantamente, reclamava i locali. Passaggio traumatico accompagnato da polemiche ed accuse ( il Monaci direttore è fuggito con i soldi della cassa abbonamenti, accusa Barbareschi), fino allo sfratto definitivo quando non lo si attendeva più, visti i reiterati rimandi.
Nelle settimane degli sfratti minacciati e poi rientrati, il festival Romaeuropa, nel cui calendario figurava lo spettacolo di Emma Dante, aveva annunciato che ritirava tutti gli spettacoli ospitati all'Eliseo, per evitare esattamente ciò che poi è accaduto.
Sta di fatto che la direzione di Romaeuropa, dopo averlo minacciato, il ritiro degli spettacoli dall'Eliseo, non lo ha fatto, pensando o sperando che poi le cose si sarebbero messe a posto. Come non si doveva successivamente dimostrare.
E dunque Romaeuropa non può chiamarsi fuori, dando la colpa interamente al barbaro Barbareschi. Il quale forse non avrebbe ospitato la Dante, o forse sì, ma avrebbe dovuto deciderlo lui, una volta insediatosi.
Nei giorni più infuocati, era stato offerto alla Dante o a Romaueropa - non l'abbiamo ben capito - di trasferire lo spettacolo al Quirinetta, ricevendone però risposta negativa.
A quel punto subentra nella proprietà del teatro Barbareschi, il quale chiede qualche giorno, solo qualche giorno, per mettere a posto tutto le questioni aperte dal passaggio - come ad esempio gli impiegati dei quali è forse bene non dimenticarsi - per poi riprendere regolarmente la programmazione. Nulla di più ragionevole. Certo c'è andata di mezzo Emma Dante, ma poteva andarci di mezzo chiunque si fosse trovato in calendario nei giorni del passaggio forzato.
Poi alla fine una soluzione, dilazionata , s'è trovata. Lo spettacolo della Dante riaprirà il Valle, una volta ultimati i lavori di restauro che, verosimilmente, dovrebbero concludersi verso maggio/giugno. L'offerta è venuta dal Teatro di Roma che ha la gestione dello storico teatro, occupato per alcuni anni.
Alla vigilia di tale annuncio - del quale non si s se la Dante sia soddisfatta - Monique Veaute di Romaeuropa aveva dichiarato che avendo avuto assicurazione di interesse alla soluzione del caso da parte di Giovanna Marinelli, l'assessore che in fatto di teatro sa come stanno le cose, Lei non si preoccupava più di tanto. Sì, giusto, perché ormai non serviva più, ma avrebbe dovuto preoccuparsi ed occuparsene prima dello sfratto dello spettacolo del suo festival dall'Eliseo. E non l'ha fatto.
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