La testata giornalistica RAI più grande non è al passo con i tempi e non è soprattutto al passo con le notizie.
Prendiamo il caso dell'Opera di Roma, di cui ieri leggevamo appunto sul suo sito che
il CDA aveva ritirato i licenziamenti ed oggi l'accordo dovrebbe ricevere, presumibilmente, salvo sconquassi dell'ultimo momento che nessuno si augura, la convalida dei dipendenti e divenire operativa.
Ma l'acuto estensore della nota non si contentava di riferire l'aggiornamento atteso e sperato. No, tornava sulla storia della esternalizzazione dell'orchestra e del coro del teatro. Voleva insomma dimostrare che lui la storia la conosceva bene e l'aveva seguita con attenzione. Ed aggiungeva che l'esternalizzazione era applicata con grande soddisfazione e con risultati artistici ragguardevoli da grandi istituzioni musicali estere , come i Berliner, ed anche in Italia, riferendosi al caso del Teatro Regio di Parma.
E' chiaro che l'acuto ed attento estensore era rimasto qualche mese indietro rispetto all'evolversi della situazione, non avendo preso nota delle dichiarazioni ufficiali venute da grandi istituzioni musicali straniere, Berliner compresi, ma anche dai tre teatri di Berlino, dal sovrintendente dell'Opera di Vienna e da singoli notissimi musicisti, come Barenboim, addentro alla questione.
Cosa avevano detto questi attenti e competenti osservatori stranieri? Che Fuortes, e Marino e Franceschini che l'appoggiavano, s'erano fatti qualche canna, perchè non capivano l'assurdità della soluzione proposta.
E tanto per citare almeno uno degli accusatori della folle proposta di Fuortes, il sovrintendente dell'Opera di Vienna, spiegava - come un maestro ad uno scolaretto ignorante - che un teatro che ha almeno un centinaio di alzate di sipario all'anno, non può fare a meno di una orchestra interna, non potrebbe tenere il ritmo. Barenboim alzava i toni dando dall'ignorante ed incapace a Fuortes. E la stessa cosa diceva, ma più velatamente, anche Pappano, trattenuto dalla sua condizione di inquilino di Fuortes, all'Auditorium.
Tutto questo all'acuto estensore di RAI News 24, oberato di lavoro, era sfuggito, tornando egli a riproporre, per il futuro, di nuovo il sistema dell'esternalizzazione, per ora solo accantonato ma che potrebbe tornare comodo prossimamente, giacché si tratta di un modello che in Italia dovrebbe essere messo in atto e non solo all'Opera di Roma. Questo egli ribadiva.
Il giornalista di RAI News 24 aveva ricevuto suggerimenti oltre che da Fuortes, Marino e Franceschini, anche dall'assessore Marinelli - tutte persone che di teatro d'opera non capiscono un tubo - ed anche dal 'grande grosso' direttore generale del ministero, Nastasi, inamovibile anche per la mole, che da tempo persegue, passo dopo passo, il progetto di smantellare il sistema della musica in Italia, come ha avuto modo di dichiarare pubblicamente in più d'una occasione, convincendo anche il suo ministro ignorante, Franceschini, il quale di recente ha dichiarato che 14 fondazioni liriche in Italia sono troppe, e perciò la gran parte andrebbe chiusa.
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