I giornali locali di questi giorni sembrano bollettini di guerra, meglio: di vigilia di resa. Tutto il PD contro il sindaco della capitale - che è del PD. Il divorzio minacciato è ora annunciato, fra Ignazio Marino e il governo della città, e fra Ignazio Marino e il Presidente - anzi la Presidente della 'Commissione Cultura', l'avvenente battagliera Michela Di Biase, sposata Franceschini, la quale nella riunione del partito di ieri l'ha quasi insultato dicendo che non c'è cosa che egli sappia fare al momento giusto, compreso quella sortita tardiva fra la 'ggente di Tor Sapienza, nonostante tutti glielo avessero consigliato anzi chiesto da giorni e prima che il fuoco divampasse. Egli non demorde, vuole restare in cima alla classifica del più grande gaffeur che la storia recente di Roma ricordi, contendendo in detta classifica il primo posto all'ex rettore della Sapienza, Frati, che di gaffes ne inanellava una al giorno, e di una in particolare, noi stessi fummo testimoni in un tragicomica serata nell'Aula magna, al cospetto di Riccardo Muti cui il rettore consegnava il diploma di laurea honoris causa.
No Marino, anche a seguito del suo appoggio all'altro improponibile personaggio di questi giorni, Carlo Fuortes, nel suo insensato progetto di esternalizzare orchestra e coro dell'Opera, per il quale il mondo intero gli ha riso dietro, non può restare. Non ne ha indovinata una, anche senza parlare del Caso Valle, che lui magari si vanterà di aver risolto mentre invece i rivoltosi occupanti hanno solo ascoltato un invito, al quale non potevano dire di no, del potente direttore di Radio 3 e dell'Argentina, Marino Sinibaldi oltre che della veterana Giovanna Marinelli, promossa assessora, con grande scontento della Di Biase che a quell'incarico teneva e forse ci teneva anche suo marito Franceschini. Naturalmente passiamo sopra il pasticcio delle strisce blu per i parcheggi e mille altre cose nelle quali ha dato prova di essere quell'incapace che da subito i cittadini hanno stigmatizzato.
Con quale faccia crede di poter restare dopo la sconfessione generale dei cittadini e del suo stesso partito, non si capisce; come non si capisce neanche come faccia a restare, il suo sodale Fuortes, quand'anche alla fine riuscisse a mettere una toppa al disastro che ha contribuito ad aumentare all'Opera di Roma, dove cominciano a venir giù pezzi, quasi alla viglia della prima - mancano solo dieci giorni. Il soprano scritturato per Rusalka ha dichiarato forfait - per motivi di salute, si legge in un comunicato, ma noi temiamo che la sua malattia sia diplomatica, per non dispiacere a Muti; e non è ancora detto che gli altri pezzi tengano tutti; da qui al 27 potrebbero cadere anche altri, sempre che dal CDA del prossimo 23 si metta finalmente fine alla tragicommedia, messa in scena da Marino e Fuortes nello storico Costanzi.
Dal quale sempre il Fuortes incompetente, fa sapere che il Maestro Muti gli ha detto espressamente che egli non intende rinunciare alla sua carica di 'direttore onorario a vita', altra barzelletta che, comunque, si può inscenare anche a distanza, e cioè non mettendo più piede nel teatro dell'Opera di Roma.
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