Vespa quando ha scritto il suo libro, quest'anno dedicato ai voltagabbana, ha dimenticato di inserirne uno, Valerio Cappelli, giornalista del Corriere, che dei voltagabbana è nelle prime file, per le sue valutazioni positive più volte espresse della gestione dell'Opera di Roma, sotto De Martino, da lui sempre lodato e poi condannato; ma anche di Fuortes, anch'egli lodato, almeno fino a questo momento, per la determinazione. Distruttrice.
Di Cappelli non ci importa. Ci importa, invece, solo quando si professa l'unico in grado di capire come si gestisce un teatro d'Opera - come del resto ha dimostrato fiancheggiando sempre De Martino - e con lui Carlo Fuortes che egli loda per la sua determinazione, senza la quale non avrebbe mai ottenuto il risultato di 'piegare' i recalcitranti sindacati dell'Opera di Roma. Lui solo sa cosa voglia dire - così scrive oggi - lavorare in un teatro come l'Opera di Roma, fra minacce di scioperi ed altro, mentre nessuno di quelli che hanno criticato il progetto Fuortes, possono saperlo.
Ma quando mai ha fatto il sovrintendente di un teatro? In verità la stessa cosa vale anche per Fuortes che, assieme a Cappelli, sembra l'unico a capire come si gestisce un teatro. A loro si è unito anche il neo sovrintendente dell'Opera di Firenze, Bianchi, che proviene da una esperienza bancaria, in tutto simile ad un teatro, con l'unica differenza che in banca si muovono bigliettoni; in teatro, invece, burattini.
E tutti gli altri? Semplicemente dei fessi che parlano senza aver mai avuto, come Fuortes, Cappelli e Bianchi, esperienza di un teatro.
E perciò è fesso Barenboim, è fesso Pollini, è fesso Pappano, è fessa Cecilia Bartoli, che, senza mettere mai piede in un teatro, si sono permessi di criticare e bocciare del tutto il piano di Fuortes, che solo per Cappelli, si potrebbe rivelare risolutivo. Di che?
L'elenco dei fessi continua: è fesso il Sovrintendente dell'Opera di Vienna che s'è permesso di dire a Fuortes se non era matto con quella sua idea di esternalizzare. E' fesso il responsabile dei Berliner; sono fessi i rappresentanti dei tre teatri berlinesi; fessi pure i rappresentanti delle fondazioni liriche italiane che lunedì prossimo sciopereranno a Roma, per solidarietà con i licenziati del teatro romano - che ne possono sapere loro di come si manda avanti un teatro? Mica hanno l'esperienza di Fuortes, Cappelli e Bianchi? Sono fessi anche i rappresentanti di Santa Cecilia e Scala che pure hanno protestato per il folle progetto romano.
Tutti fessi. tranne tre: Fuortes, Cappelli e Bianchi.
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